I parroci: al bando i matrimoni-spettacolo

Regolamento in vigore in due chiese: puntualità, abiti rispettosi, schiena e gambe coperte

VASTO. Stop ai matrimoni-spettacolo. Le coppie che decideranno di convolare a nozze nella cattedrale di San Giuseppe o nella chiesa di Santa Maria Maggiore dovranno d’ora in poi osservare il regolamento che i due parroci, don Gianfranco Travaglini e don Domenico Spagnoli hanno condiviso e messo per iscritto.

La decisione scaturisce dalla necessità di riscoprire il valore cristiano del sacramento, rispettando soprattutto la liturgia. Al bando ogni forma eccessiva di spettacolarizzazione, invocata la puntualità e il rispetto dell’orario della celebrazione della messa.

Il vademecum di don Gianfranco e don Domenico prevede cinque punti essenziali. «Innanzi tutto il rispetto della puntualità per l’inizio della messa. Occorre avvisare gli organizzatori e gli operatori (parrucchieri, fotografi, autisti) che il loro lavoro è al servizio dell’evento e non può prendere il sopravvento sulla celebrazione», esordisce il regolamento. «L’abito della sposa e dei testimoni che salgono all’altare deve essere rispettoso della celebrazione. La schiena e le gambe devono essere coperte. Non basta il semplice velo», specificano i due sacerdoti.

Il terzo punto riguarda gli addobbi floreali. «Servono per l’addobbo, per esaltare ciò che esiste ed è essenziale per la celebrazione, non devono coprire gli sposi nè il calice e la patena sull’altare. Sono da evitare alberelli lungo la navata, palloncini, cuoricini e piante alte che coprono la visuale».

I parroci invocano la sobrietà, non solo dentro, ma anche all’esterno della chiesa. «Al termine della celebrazione», spiega il vademecum, «davanti la porta della chiesa non possono essere usati spara-coriandoli. Non si possono far volare i palloncini perché creano non pochi disagi alla facciata della chiesa e alle case vicine».

Il quinto punto riguarda la conclusione della cerimonia. «Terminata la celebrazione è buona norma sentirsi partecipi delle necessità della parrocchia e lasciare un’offerta per le spese che la comunità deve sostenere ogni giorno. Non si chiede il pagamento del sacramento, ma la collaborazione alle spese del servizio. Bandita quindi ogni esagerazione e raccomandato soprattutto il rispetto delle regole, agli sposi , ma anche agli invitati».

Inevitabili i commenti: molti hanno condiviso, altri un po’ meno. (p.c.)

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