I revisori svelano i "buchi" nei conti del Comune di Chieti
Nel consuntivo non sono stati iscritti debiti di una transazione con l’Aca. Il Comune invitato a revocare la “dubbia” certificazione sul patto di stabilità
CHIETI. Ammonta a 552.244 euro la differenza tra gli impegni di spesa e la fatturazione riscontrata per i consumi idrici nel 2014. Rispetto ai canoni idrici del 2013, invece, la differenza è di 670.959 euro. Sono questi i buchi di bilancio scoperti dal collegio dei revisori dei conti o, per dirla in gergo tecnico usando le loro stesse parole, si tratta di “palesi discordanze tra gli impegni di spesa e gli importi fatturati dalla società Aca per canoni idrici di competenza”. Vale a dire, spese maggiori delle entrate che fanno sì che la bilancia tra entrate e spese non sia più in equilibrio, a danno del rispetto del patto di stabilità interno. L’altro buco è legato alla vicenda della transazione Aca. La delibera di giunta del 28 dicembre 2012 ha approvato uno schema di transazione tra Aca e Comune con quest’ultimo che risulta debitore dell’Aca di 6 milioni 233 mila euro. Ma, in riferimento a questa delibera, secondo i revisori ci sarebbero altri soldi che mancano all’appello. E non si tratterebbe di pochi spiccioli, ma di oltre 2 milioni 611 mila euro di imputazioni riferite all’anno 2014. Soldi di cui pare non di trovi traccia in bilancio, ovvero la posta non sarebbe stata iscritta in bilancio. Sono queste le cifre che fanno dire al collegio dei revisori che ci sono “ragionevoli dubbi” sulla quantificazione delle somme che hanno determinato il rispetto del saldo obiettivo del patto di stabilità 2014, “esistendo fondati motivi per ritenere presenti situazioni peggiorative del saldo finanziario”. Come da regolamento, i revisori dei conti avevano già provveduto a certificare il patto di stabilità interno lo scorso 31 marzo. Allora sembrava che non vi fossero problemi. Ma a quell’epoca il collegio non avevano potuto prendere visione di tutta la documentazione richiesta. Avute tutte le carte in mano, arriva la brusca sterzata dei revisori, comunicata nella nota del 6 agosto scorso inviata al sindaco, a firma del presidente dell’organo contabile, Salvatore Silverio, e degli altri due membri Valerio D’Amicodatri e Paolo Consalvi. Nella nota i tre espongono i loro “ragionevoli dubbi” sulla quantificazione delle somme che hanno determinato il rispetto del saldo obiettivo del patto di stabilità 2014. I dati sono ancora da confermare, ma qualora lo fossero definitivamente sarebbe certo il mancato rispetto del patto. «La fattispecie», scrivono i revisori, «ove confermata, porta al mancato rispetto del saldo obiettivo del patto di stabilità interno del 2014». Cosa succede adesso? Nella lettera si avverte che «l’ente locale è tenuto a inviare una nuova certificazione, a rettifica della precedente, se rileva, rispetto a quanto già certificato, un peggioramento del proprio peggioramento rispetto all’obiettivo del patto di stabilità interno». Secondo i revisori, la nuova certificazione, contrariamente alla precedente, dovrà attestare «il mancato rispetto del patto di stabilità interno». L’ultima sonora bacchettata del collegio dei revisori indirizzata al Comune è contenuta in due righe scritte alla fine della relazione, dove si legge: «Restano in ogni caso salve tutte le riserve del collegio segnalate nella relazione al rendiconto 2014 in materia di accertamento delle entrate». Vale a dire che non sono solo le spese a fare problema, ma anche le entrate, di cui in questa lettera non si parla, anche se l’argomento è stato oggetto di pesanti rilievi in passato da parte del collegio, che a breve verrà completamente sostituito con tre nuovi membri.