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I sindacati: l’area di crisi estesa a Vasto e San Salvo
GISSI. Il referto dei sindacati sulle condizioni di salute della Val Sinello è drammatico. Occorrono cure urgenti, ma a somministrarle devono essere le istituzioni. «La Regione non può più limitarsi...
GISSI. Il referto dei sindacati sulle condizioni di salute della Val Sinello è drammatico. Occorrono cure urgenti, ma a somministrarle devono essere le istituzioni. «La Regione non può più limitarsi a svolgere una semplice funzione notarile», dicono Germano Di Laudo, Leo Malandra e Antonio Cardo, segretari di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati invitano la Regione ad assumere con decisione la gestione della vertenza Golden Lady facendo contestualmente rispettare l’attuazione di quanto previsto nel Piano di sviluppo redatto d’intesa con i sindacati per l’area di crisi Val Sinello.
Di Laudo, Malandra e Cardo chiedono fatti concreti, non più benevoli e generosi propositi. «Il riconoscimento dell’area di crisi deve essere esteso a Punta Penna e Piana Sant’Angelo», scrivono Cgil, Cisl e Uil elencando una serie di iniziative da prendere con urgenza per salvare l’economia del Vastese. «Vanno avviati i promessi interventi nel porto di Punta Penna, riattivato il raccordo ferroviario col porto, è necessario il cablaggio dell’intera area, va curata la proporzione produzione-costo dell’energia-ricadute sul sistema produttivo, è indispensabile migliorare le infrastrutture e la viabilità, è opportuna una fiscalità vantaggiosa. Questi sono passaggi già approvati il 23 maggio 2012 ma che a distanza di 16 mesi non riescono a trovare esecutività con visibili ricadute sui cittadini e le aziende», scrivono i sindacati.
«Fallito il progetto di riconversione della Golden Lady, non può essere sottaciuta la responsabilità politica e le insufficienti azioni di verifica sul progetto sia dal ministero dello Sviluppo economico e sia dalla Regione». (p.c.)
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