La vicenda di Alessio Gaspari su "Chi l’ha visto?"

ORTONA

Il caso Gaspari su “Chi l’ha visto?”, mistero sulla chiamata prima di sparire

Il giovane ufficiale scomparso in Danimarca, la famiglia e i conoscenti continuano a non credere al suicidio. Il fratello: "Non ci hanno fatto parlare con i colleghi". L’amica: "Non vedeva l’ora di tornare in città"

ORTONA. La scomparsa di Alessio Gaspari resta un mistero. Nessuna traccia del 25enne terzo ufficiale di coperta sparito la notte tra il 20 e 21 gennaio sulla nave da crociera Diva dell’Aida Cruises, società del gruppo Costa Crociere, che si trovava in Danimarca. Il caso mercoledì è finito su “Chi l’ha visto?” dove sono stati ricostruiti i momenti prima della sparizione. Alessio quella sera era in un bar della nave insieme a due giovani colleghi italiani: cantava e ballava, si mostrava felice, come testimoniano i video pubblicati. Ma verso le 23,30 si sarebbe allontanato dopo aver ricevuto o effettuato una telefonata.
La chiave elettronica di accesso alla sua cabina registra un ingresso e un’uscita a distanza di un minuto l’uno dall’altra. Poi il nulla. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo ed accertamenti irripetibili eseguiti dalla polizia scientifica anche sui suoi due telefonini ritrovati, potrebbero fornire delle risposte.

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Nel programma di Rai 3 familiari e amici hanno escluso l’ipotesi di suicidio. "Ci ho parlato sia il 18 che il 19 gennaio su Instagram", ha riferito l’amica Ludovica, "non vedeva l’ora di tornare". In un messaggio Alessio scriveva: "Mi hanno detto stamattina 'tieni le valigie pronte che da un momento all’altro da domani al 24 ti chiamano per sbarcare'”.

Ma allora cosa è successo quella sera? "Le telecamere della nave, secondo la compagnia, erano fuori uso per via di un attacco hacker subito a dicembre. Siamo andati in Danimarca perché ci avevano detto che ci avrebbero fatto salire a bordo per parlare con i membri dell’equipaggio", ha raccontato il fratello Simone. Un confronto con i colleghi che hanno trascorso la serata con il 25enne sarebbe stato importante: "Ma i rappresentanti della compagnia poi ci hanno informati che secondo lo psicologo la nostra presenza li avrebbe turbati", continua Simone.

La sorella Cinthia ha fatto notare un altro particolare: se Alessio avesse deciso di gettarsi in mare avrebbe dovuto poggiare un piede sulla mensola dove ha deposto gli oggetti, che però è pulita. E poi «mai nessuno è sceso sul fondale roccioso del mare. Mio fratello potrebbe essere anche incastrato lì", ha aggiunto Cinthia. Così invece la mamma Anna: "Capisco che le ricerche in mare possono essere molto più difficoltose di quelle fatte a terra, però non c’è stata proprio la volontà".

Aida e Costa Crociere in una nota affermano che «la Compagnia si è messa a disposizione delle autorità internazionali e nazionali e ha offerto tutto il sostegno e l’assistenza necessari ai familiari». Inoltre «il comandante della nave ha immediatamente avviato tutte le procedure di ricerca e salvataggio necessarie e ha informato le autorità competenti».
Le ricerche in mare avrebbero avuto iniziato verso le 10 del mattino e si sarebbero interrotte alle 17. E Cinthia attraverso il Centro si chiede: "Cosa poteva fare di più lo Stato danese per cercare Alessio? So che gli inquirenti faranno il possibile per fare luce sulla vicenda, ma il consolato italiano poteva intervenire con una equipe per continuare le ricerche interrotte? Costa Crociere poteva fare qualcosa di più? E la guardia costiera italiana poteva partire e mandare qualcuno per le ricerche?".

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