L’assalto armato al portavalori
Il giovane fermato nega il suo coinvolgimento
SAN SALVO. Nega di aver preso parte all’assalto armato al furgone portavalori della società Aquila e rigetta l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. S.C., 41 anni, di San Salvo, è comparso...
SAN SALVO. Nega di aver preso parte all’assalto armato al furgone portavalori della società Aquila e rigetta l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. S.C., 41 anni, di San Salvo, è comparso ieri mattina davanti al Gip del tribunale di Vasto per la convalida dell’arresto e per rispondere anche sul presunto coinvolgimento nella rapina.
Il magistrato ha convalidato l’arresto per lo spaccio e si è riservato di rispondere nei prossimi giorni alla richiesta di scarcerazione o in subordine di arresti domiciliari presentata dal difensore dell'imputato, l’avvocato Antonello Cerella. «Il mio cliente è sereno. Assicura di essere del tutto estraneo alla rapina. La droga che aveva a casa la usava personalmente», sostiene Cerella. «Non ha mai avuto intenzione di spacciare, ma soprattutto lui con il commando che il 14 dicembre ha rapinato il furgone portavalori dell’impresa Aquila non c’entra niente», sostiene il penalista.
L’imputato ha negato con determinazione di aver collaborato con i rapinatori. I carabinieri non sono della stessa opinione. Prima di chiedere alla Procura il fermo di polizia giudiziaria i militari hanno indagato per settimane. Quello che hanno scoperto li ha indotti a puntare il dito contro S.C..
Il dossier consegnato ai magistrati ha convinto quest’ultimi del coinvolgimento del quarantunne. Il fermo è stato chiesto e ottenuto proprio in virtù degli indizi raccolti.
Le accuse a carico dell’uomo sono pesanti. I giudici contestano a S.C. la rapina in concorso, il tentato omicidio dei vigilantes, il porto abusivo di armi da guerra, l’incendio doloso di autovetture e il favoreggiamento. L’indagato secondo i carabinieri avrebbe fornito assistenza al commando armato insieme ad altri presunti basisti locali. Nel taccuino dei militari pare ci siano altri sospettati ma l’indagine è top secret.
Al Gip decidere se trattenere o meno il quarantunenne in carcere in attesa di ulteriori sviluppi. (p.c.)
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