Il Pantalonificio rischia la chiusura Sos dei sindacati

Gissi, chiesti i contratti di solidarietà per 95 lavoratori per un anno dopo 18 mesi di cassa integrazione

GISSI. Il settore tessile vive un’agonia inarrestabile che rischia di arrivare a breve ad un punto di non ritorno. Il Pantalonificio d’Abruzzo di Gissi rischia la chiusura. Questa pare essere l’intenzione del Gruppo Canali. I dirigenti lo hanno detto chiaramente ieri pomeriggio ai rappresentanti sindacali nel corso del lungo incontro avuto a Vasto nella sede di Assindustria.

Davanti a una situazione di mercato piuttosto nera e dopo 18 mesi di cassa integrazione l’azienda vorrebbe passare ai contratti di solidarietà per un anno per tutto il personale: 95 dipendenti. Al termine dell’anno, però, lo stabilimento chiuderebbe definitivamente.

I sindacati non hanno accettato la proposta e hanno chiesto all’azienda di prolungare i contratti di solidarietà almeno fino al 2015. «Nel frattempo il mercato potrebbe riprendersi oppure potrebbe essere trovato il modo per riconvertire l’azienda», dice Claudio Musacchio, rappresentante provinciale Uil.

La discussione, a tratti piuttosto accesa, è andata avanti per più di quattro ore. Alla fine l’azienda ha chiesto di riflettere e di fare con calma tutte le valutazioni che la vertenza merita. L’incontro è stato quindi aggiornato all’8 novembre. «Quel giorno il gruppo Canali ci dirà se ha accettato o meno la proposta del sindacato», dice Musacchio.

Questa mattina i 95 lavoratori, il 90% dei quali donne, saranno informati sui risultati del faccia a faccia. «Il momento è davvero drammatico. Confidiamo in un ripensamento dell’azienda», dicono i sindacati.

La situazione in Valsinello diventa ogni giorno più difficile. Nel 2003 il settore tessile-manifatturiero occupava 5.700 persone. Attualmente sono meno di duemila. E purtroppo il futuro è sempre più nero. All’orizzonte non ci sono grandi progetti.

«La Val Sinello deve tornare ad attirare investimenti e questo può farlo solo la politica», insistono i rappresentanti di Azzurro per la libertà.

Cgil, Cisl e Uil torneranno a chiedere alla Provincia e alla Regione la sistemazione della viabilità e l’adeguamento della logistica alle esigenze delle imprese. «Attualmente la Val Sinello è in condizioni penose. La situazione va presa di petto e dalle promesse occorre passare ai fatti», insistono i sindacati. (p.c.)

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