Il policlinico di Chieti non ha soldi per i farmaci salvavita
Ferrara (Chieti per Chieti): «Tanti pazienti non sanno più che cosa fare». E in Clinica medica tornano i letti nei corridoi
CHIETI. L’azienda farmaceutica dell’ospedale Santissima Annunziata non ha più i soldi per garantire farmaci salvavita per diabetici e pazienti affetti da tumori o malattie cardiovascolari. Ma non è una novità. Sono da diversi anni, infatti, che a settembre l’azienda esaurisce il budget destinato a questi tipi di servizi, quello erogato dalla Regione. E fino a dicembre è tradizione continuare ad andare aventi a tentoni, aspettando che arrivino nuove risorse.
A spiegarci la situazione è il medico di base e consigliere comunale del gruppo Chieti per Chieti, Diego Ferrara: «Ci sono tanti pazienti che non sanno più cosa fare. L’azienda farmaceutica dell’ospedale non riesce più a rifornire i malati di anti-diabetici, anti-tumorali e anti-coagulanti contro le malattie cardiovascolari». È una situazione che ha raggiunto l’apice della gravità: «Da tempo si arriva a settembre e puntualmente si verifica tutto ciò. Le risorse regionali non bastano più, dopo i diversi tagli operati nella sanità a livello nazionale. Tuttavia, sono state davvero tante le segnalazioni del problema nel corso del tempo».
Una fase emergenziale acuita, ricorda sempre Ferrara, da una platea sempre più ampia di utenti e dal fatto che le farmacie esterne e i depositi non riescono più a sopperire alla richiesta. Ma i tagli strutturali nella sanità operati dai piani alti, sostiene il consigliere di “Chieti per Chieti”, sono frutto di una chiara scelta politica: «Non possiamo scaricare il peso della crisi sulle spalle delle persone affette da patologie così gravi». Anche perché i farmaci salvavita devono essere somministrati giornalmente, dunque qualsiasi tipo di attesa non può far altro che peggiorare una realtà già di per sé drammatica.
Intanto non ha fine la storia delle barelle lungo i corridoi del policlinico. La segnalazione arriva dall’undicesimo livello di Clinica medica: due giorni fa lì c’erano ben 9 pazienti, stesi su altrettante barelle. Nei mesi estivi, però, andava ancor peggio e sempre al livello undicesimo: a luglio di letti fuori dalle stanze se ne contavano 14: «È indegno il modo in cui vengono trattati questi anziani» diceva Mauro Massi, presidente del Tribunale per i diritti del malato (articolo de Il Centro, 19 luglio). E continuava: «14 persone, alcune delle quali moribonde, abbandonate su barelle improbabili con cateteri che penzolano da tutte le parti e pannoloni in bella vista. Siamo stanchi di denunciare sempre gli stessi problemi».
Ma, ironia della sorte, si è punto e a capo: «I vertici della Asl la fanno sempre franca», sbottava Massi, «noi non ci arrendiamo. Continueremo a denunciare disservizi di questo ospedale. Non ci lasciamo intimorire da nessuno».