Il suicidio di Andrea: il mistero di sim e telefoni, si scava nella vita dello studente. Recuperati tutti i dati. Ecco a che punto è l’inchiesta

18 Marzo 2025

Prosegue l'indagine sul suicidio di Andrea Prospero, studente lancianese universitario morto a Perugia dopo avere ingerito dei farmaci oppioidi. La Procura ricostruisce la rete di contatti

LANCIANO. Non si ferma l'indagine sul suicidio di Andrea Prospero, studente lancianese universitario morto a Perugia dopo avere ingerito dei farmaci oppioidi. L'arresto, ai domiciliari, di un diciottenne romano per induzione o aiuto a togliersi la vita è solo il primo tassello della ricostruzione di quanto successo nella quale è impegnata la Procura di Perugia. Che ora scava tra i dati forniti dalle schede telefoniche dai cellulari e dal computer trovati accanto al corpo di Prospero per ricostruire la sua rete di contatti e le loro attività in rete. "La morte di Andrea deve essere un monito e un ammonimento per chi frequenta il mondo di Internet perché mai più si verifichino certe tragedie" è l'appello dell'avvocato Carlo Pacelli, uno dei legali della famiglia. Che, attraverso l'ANSA, ha ribadito la richiesta di arrivare a "un quadro definitivo" su quanto successo e la sua fiducia nella magistratura. A parlare è stata anche la madre del giovane finito ai domiciliari: "Mi crolla il mondo addosso, anzi già è crollato". "Siamo persone perbene - ha aggiunto -, uno dei nostri ragazzi fa il poliziotto. Però lui è molto chiuso e riservato, sempre con il telefonino in mano. Eppure, mi creda, li abbiamo sempre seguiti i nostri figli, abbiamo parlato con loro dei pericoli della rete e delle droghe. Lui sta male, noi non sappiamo come fare, è una cosa più grande di noi. Mio marito e io curiamo gli altri, ma ci sentiamo molto soli e impotenti in questo: è il nostro cruccio". Il diciottenne nei prossimi giorni comparirà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia e dovrà decidere se rispondere al giudice per fornire la sua versione o avvalersi della facoltà di non rispondere come suo diritto. Indipendentemente da quello che farà il giovane l'indagine va comunque avanti. Gli esperti della polizia postale hanno terminato l'estrazione dei dati contenuti nel pc portatile, nei cinque telefoni cellulari e nelle 46 sim-card trovate nella stanza dove lo studente di informatica si è ucciso. Materiale ora al vaglio anche della squadra mobile di Perugia per ricostruire la rete dei contatti di Prospero e le loro attività. Così come sono state analizzate le celle agganciate, i tabulati delle conversazioni e le comunicazioni che aveva avuto in alcune chat o canali di cui era un attivo utilizzatore. Da chiarire ci sono infatti diversi aspetti. Prospero, tra l'altro, a Perugia alloggiava in un ostello ma aveva preso in affitto un monolocale senza però che la sorella, anche lei studentessa nel capoluogo umbro, e a familiari ne fossero a conoscenza. Per gli inquirenti c'è poi da comprendere come il giovane si sia procurato i farmaci che non potevano essere venduti liberamente e soprattutto le ragioni del possesso di cellulari e schede. Che la stessa Procura ritiene non giustificabili con la sua vita da studente e con le sue condizioni economiche. Una persona definita "molto attenta alla propria privacy" nella vita reale e in rete dove aveva rapporti con vari interlocutori e soprattutto ne aveva stretto uno maggiormente confidenziale con uno al quale aveva detto dei suoi problemi, delle sue ansie. C'è quindi da approfondire ancora la parte relativa all'istigazione al suicidio. In particolare delle chat definite "esplicite nella loro drammaticità" e che hanno fornito elementi sul fatto che possa essere stato proprio il giovane romano "amico virtuale" di Prospero a confortare la sua scelta di suicidarsi mediante l'ingestione di farmaci, incoraggiandolo e rassicurandolo anche sul fatto che utilizzando gli oppiacei non avrebbe sentito dolore ma piacere.