Il veto socialista spacca il centrosinistra
Non sono bastati due vertici di coalizione per ricucire lo strappo, la maggioranza rischia di andare sotto in Consiglio
VASTO. Due vertici di maggioranza per scongiurare la crisi. Si sono incontrati ieri mattina i partiti del centrosinistra, a distanza di poche ore da una precedente riunione. I segretari di Pd, Sel, Italia dei valori, Giustizia sociale e Rifondazione comunista si sono autoconvocati in Municipio dopo un veloce giro di telefonate per cercare una soluzione politica dopo l'annuncio del Psi di non votare il documento con le tredici priorità programmatiche individuate dal sindaco Luciano Lapenna e di voler avere le mani libere in assemblea comunale dove i voti dei tre consiglieri socialisti (Gabriele Barisano, Luigi Masciulli e Corrado Sabatini) risultano determinanti per l'approvazione dei provvedimenti e quindi per la tenuta dell'amministrazione.
Il partito della rosa ha scelto la linea dura nonostante la presenza al suo interno di qualche colomba propensa a una posizione più soft.
«Restiamo nella maggioranza, ma ci sentiamo liberi di votare in maniera autonoma in Consiglio comunale». Questa, in estrema sintesi, la posizione dei socialisti che non hanno digerito il No degli alleati al loro ingresso in giunta, per nulla disposti a barattare l'assessorato con qualche altra carica che, secondo il segretario Luigi Rampa, sarebbe stata offerta, cioè la delega al Turismo o la presidenza della Pulchra, la società mista che si occupa del servizio di igiene urbana.
Ora i partiti del centrosinistra cercano una via d'uscita, consapevoli che non è facile, a questo punto, trovare una soluzione. Ieri si sono riuniti, ma senza decidere nulla. Nei prossimi giorni, dovranno individuare insieme al sindaco un percorso nel tentativo di evitare una crisi che è dietro l’angolo.
«Siamo sull'orlo del precipizio, ma mi sembra assurdo che qualcuno voglia buttarsi di sotto». È la metafora utilizzata dal segretario di un partito della coalizione, preoccupato per i risvolti politici e il destino della compagine amministrativa. Nessuno, al momento, sa indicare la strada per venire fuori da questa situazione che potrebbe portare, nel caso in cui in Consiglio non ci fossero i numeri, alla caduta dell'amministrazione e ad elezioni anticipate. Scartata anche l’ipotesi di cercare, di volta in volta, il consenso dei socialisti su determinati provvedimenti.
E il sindaco? Lapenna non ha ancora commentato la decisione del Psi, ma nei giorni scorsi aveva detto chiaramente che «la maggioranza va avanti se ci sono i numeri. In caso contrario, si va tutti a casa».
Anna Bontempo
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