<strong>Insediamenti alla ex Burgo</strong>. Le accuse del comitato di Madrigale agli ambientalisti
«In.Te, allarme fuorviante»
Villablocc: bene il Comune che ha detto no alla pirolisi
CHIETI. «Un territorio già drammaticamente provato sotto il profilo ambientale» non avrebbe potuto sopportare anche un impianto di pirolisi. Per questo il comitato cittadino «Villablocc» per la tutela della salute e della vita si dice estremamente soddisfatto per le nuove disposizioni dell’ufficio urbanistico del Comune che ha ottenuto la modifica del progetto In.Te all’ex Burgo.
Si anima anima il dibattito sugli insediamenti artigianali che dovranno nascere nell’area dell’ex cartiera. Da una parte gli ambientalisti e i comitati spontanei dei cittadini che sottolineano come quella zona della Val Pescara sia ad alto tasso di inquinamento e vogliono sapere quali siano i rischi che potrebbe comportare questo insediamento per la salute di chi via abita; dall’altra coloro che pensano alla grande opportunità fornita dal progetto In. Te di poter occupare oltre mille persone. Una iniziativa che ha avuto l’adesione del patto terrritoriale Chietino-ortonese, di 21 aziende e sottoscritto da sindacati confederali. E su questo orientamento si pone il comitato cittadino presieduto da Manlio Madrigrale che appella gli ambientalisti con il nome di «Cassandre» che annunciano improbabili sciagure. (Cassandra prevedeva sciagure che sistematicamente si avveravano ma non veniva mai creduta E si spera non sia questo il caso ndr).
Il comitato dello scalo «non condivide gli allarmismi di associazioni che», scrive Madrigale, «gridando “al lupo al lupo”, provocano disorientamento e difficoltà per la realizzazione di opere di interesse generale». Il comitato cita il “lotto zero” autostradale «da realizzare a Teramo, avversato circa 30 anni fa dagli ambientalisti capitanati da Pannella, quando l’opera sarebbe costata pochi miliardi di lire; ora che si impone la realizzazione di quella infrastruttura a costi decuplicati cosa dovrebbe chiedere la società a chi si oppose? danni ed interessi?».
Ma il casus belli non sembra porsi, considerato che il Comune, ufficio urbanistico, ha ottenuto dall’ex Burgo la non realizzazione dell’impianto di pirolisi e ha assicurato la classificazione del terreno e la bonifica eventuale da parte del proprietario dell’area. Soddisfatto della soluzione il comitato Villablocc che aggiunge «se dovessero persistere ancora dubbi a riguardo degli effetti sulla salute di qualsiasi impianto che prevede il trattamento della reazione chimico-termico dei rifiuti, si consiglia di consultare il dossier realizzato da Medici per l’ambiente Italia-Isde Italia (www.isde.org) che, a fronte di esperienze sul campo, nelle aree dove questi impianti sono presenti e negli ospedali, sconsigliano l’insediamento di altre realtà di questo tipo. (k.g.)
Si anima anima il dibattito sugli insediamenti artigianali che dovranno nascere nell’area dell’ex cartiera. Da una parte gli ambientalisti e i comitati spontanei dei cittadini che sottolineano come quella zona della Val Pescara sia ad alto tasso di inquinamento e vogliono sapere quali siano i rischi che potrebbe comportare questo insediamento per la salute di chi via abita; dall’altra coloro che pensano alla grande opportunità fornita dal progetto In. Te di poter occupare oltre mille persone. Una iniziativa che ha avuto l’adesione del patto terrritoriale Chietino-ortonese, di 21 aziende e sottoscritto da sindacati confederali. E su questo orientamento si pone il comitato cittadino presieduto da Manlio Madrigrale che appella gli ambientalisti con il nome di «Cassandre» che annunciano improbabili sciagure. (Cassandra prevedeva sciagure che sistematicamente si avveravano ma non veniva mai creduta E si spera non sia questo il caso ndr).
Il comitato dello scalo «non condivide gli allarmismi di associazioni che», scrive Madrigale, «gridando “al lupo al lupo”, provocano disorientamento e difficoltà per la realizzazione di opere di interesse generale». Il comitato cita il “lotto zero” autostradale «da realizzare a Teramo, avversato circa 30 anni fa dagli ambientalisti capitanati da Pannella, quando l’opera sarebbe costata pochi miliardi di lire; ora che si impone la realizzazione di quella infrastruttura a costi decuplicati cosa dovrebbe chiedere la società a chi si oppose? danni ed interessi?».
Ma il casus belli non sembra porsi, considerato che il Comune, ufficio urbanistico, ha ottenuto dall’ex Burgo la non realizzazione dell’impianto di pirolisi e ha assicurato la classificazione del terreno e la bonifica eventuale da parte del proprietario dell’area. Soddisfatto della soluzione il comitato Villablocc che aggiunge «se dovessero persistere ancora dubbi a riguardo degli effetti sulla salute di qualsiasi impianto che prevede il trattamento della reazione chimico-termico dei rifiuti, si consiglia di consultare il dossier realizzato da Medici per l’ambiente Italia-Isde Italia (www.isde.org) che, a fronte di esperienze sul campo, nelle aree dove questi impianti sono presenti e negli ospedali, sconsigliano l’insediamento di altre realtà di questo tipo. (k.g.)