Interventi chirurgici per ridurre le spese la Asl torna all’antico
Il bisturi elettrico riprende il posto di quello a ultrasuoni le operazioni in day surgery spostate ad Atessa
LANCIANO. Reparto chiuso per lavori di ristrutturazione che non si sa se si faranno. Posti letto che mancano; sedute operatorie dedicate per oltre il 65% alle urgenze perché gli interventi ambulatoriali e in day surgery sono stati spostati al San Camillo di Atessa. Operazioni, ad esempio alla colecisti o al tubo digerente, eseguite con i tradizionali bisturi elettrici perché quelli a ultrasuoni, che permettono di praticare in un unico tempo taglio ed emostasi, accorciando i tempi dell’intervento, non sono sempre disponibili. È la situazione in Chirurgia, uno dei reparti più importanti dell’ospedale Renzetti, accorpato all’Urologia, ridotto a unità semplice con soli 5 posti letto, da agosto sposato all’ultimo piano della palazzina che ospita anche l’Ortopedia a causa dei lavori per il rifacimento del massetto antistante l’ingresso e le sale operatorie. Il massetto è stato fatto, è stata creata anche la sala di attesa dinanzi le sale operatorie ma il reparto è ancora chiuso. Non si sa se è chiuso perché vanno fatte le pulizie, visto che è stato usato come deposito dai muratori, o perché i tanto sospirati lavori di ristrutturazione di intonaci e pavimenti cadenti, di bagni in comune tra le stanze sono previsti.
Certo è che il restyling completo sognato dalla Asl ma soprattutto dagli utenti, non ci sarà per mancanza di fondi. In attesa di sapere se ci sarà almeno la manutenzione straordinaria, il reparto continua a soffrire e con esso medici e pazienti perché nel piano in cui l’unità è stata trasferita ci sono solo 12 posti letto anziché i 20 previsti. Una delle conseguenze di aver meno posti è anche quella fare meno interventi chirurgici. Quelli in day surgery in realtà al Renzetti sono stati praticamente cancellati: si eseguono al San Camillo di Atessa. Una scelta fatta dalla direzione Asl per distribuire il lavoro e ridurre i tempi di attesa degli interventi programmati che sono quasi di un anno. Ma non piace agli utenti più anziani costretti a percorre chilometri in più per i “piccoli” interventi. A Lanciano, invece, l’equipe chirurgica lavora soprattutto con le urgenze - rappresentano circa il 65% delle operazioni eseguite, essendo ampliato il bacino di utenza per i casi che hanno bisogno della Rianimazione - e con interventi maggiori, come i tumori. Operazioni eseguite sempre meno con l’innovativo bisturi a ultrasuoni e sempre più col “tradizionale” bisturi elettrico. Insomma si torna indietro perché il bisturi a ultrasuoni, che taglia e coagula, diminuisce il tempo passato sotto i ferri e le complicazioni postoperatorie, riduce il sanguinamento e i danni a nervi e tessuti, non è sempre a disposizione per i costi elevati in un momento in cui si continua a parlare di tagli alle spese.
Teresa Di Rocco
©RIPRODUZIONE RISERVATA