«Irregolarità nel Cda Sasi» Parte il ricorso al Tar
I sindaci di centrodestra contro l’esclusione di D’Ercole dai vertici societari «Sull’elezione non c’è neanche il parere del collegio dei revisori»
LANCIANO. I sindaci di centrodestra trascinano ancora una volta la Sasi in tribunale: stanno per depositare un ricorso al tribunale amministrativo dell’Aquila per segnalare la presunta irregolarità della composizione del Cda della società che gestisce l’acqua, per l’estromissione del loro candidato, Patrizio D’Ercole, dal vertice dell’ente. D’Ercole è stato eletto durante l’assemblea dei sindaci Sasi il 7 ottobre scorso. Ma l’estromissione secondo il centrodestra, è stata decisa dal presidente Sasi, Domenico Scutti, con l’avallo dei sindaci di centrosinistra.
Il ricorso. «Scutti gestisce una società pubblica come se fosse di sua proprietà», hanno detto Fabrizio Di Stefano e i sindaci di Castel Frentano, Patrizia De Santis e di San Salvo, Tiziana Magnacca, «avevamo inviato a Scutti una diffida a rispettare la convocazione del Cda secondo i principi e il volere dell’assemblea, invece si è sostituito ai giudici e ha convocato un Cda monocolore. È come se un sindaco appena eletto, poi convocasse al consiglio comunale tutti i membri della sua lista. Scutti doveva convocare il membro della lista di minoranza a cui spetta un seggio, e non un Cda monocolore. Ora se ne occuperà la magistratura a cui facciamo ricorso». Scutti non ha riconosciuto D’Ercole come componente del Cda e nella prima riunione al posto di scegliere il secondo candidato della lista avversaria, Antonio Remossi, che peraltro pare avesse rinunciato all’incarico, ha direttamente convocato tutti e due i rappresentanti della sua lista. Chiamando così Vincenzo Marcello, oltre all’eletta Brunella Tarantini, anziché Silvia Torricella che era la terza componente della lista di centrodestra.
La lettera. «Irregolarità evidenziate anche dal membro del Cda, Brunella Tarantini” ha detto la Magnacca, «e dal collegio dei revisori dei conti che non hanno espresso un parere sulla composizione del Cda. La Tarantini in una lettera inviata a Scutti ha scritto che il Cda convocato non rispetta la volontà dell’assemblea e neanche l’articolo 16 dello statuto societario che impone la scelta del candidato nella stessa lista del candidato escluso perché illegittimo. L’attuale Cda sarebbe illegittimo e con esso anche la prima convocazione». E non sarebbe vero neanche che la Regione abbia avallato il Cda nominato da Scutti, perché, dicono i sindaci, in Regione non c’è il verbale ufficiale della prima assemblea del Cda, che è irregolare, non può operare, paralizzando di fatto l’attività della Sasi. «La Sasi è una società paralizzata», ha rimarcato Di Stefano, «e tutto a discapito dei cittadini. Scutti gestisce tutto da solo tanto che si è assegnato la quasi totalità delle deleghe. Siamo sempre più convinti che lui non voglia rappresentanti di altre liste per evitare controlli. Ha forse qualcosa da nascondere? Ma può stare tranquillo perché ci stiamo muovendo con i nostri legali per analizzare se ci sono irregolarità nella sua gestione, anche degli anni passati».
Teresa Di Rocco
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