La bellezza dell’arte, veicolo per il turismo

9 Maggio 2013

Convegno con l’arcivescovo Forte che propone i parchi ecclesiastici per attirare i visitatori

CHIETI. Una visione nobile del turismo, che ruota intorno ai valori di bellezza e autenticità e rispetta le peculiarità di ogni singolo territorio, che si metta al servizio dell’uomo e della sua dignità. È l’idea promossa nel convegno “Apritemi le porte della bellezza” organizzato dall’ufficio per la pastorale del turismo e del tempo libero della diocesi di Chieti-Vasto che si è tenuto ieri alla Camera di commercio. Il presidente Silvio Di Lorenzo ha insistito sulla necessità di fare rete per valorizzare pienamente la bellezza delle opere d’arte della città. Una proposta concreta è arrivata da Giovanni Gazzaneo, coordinatore della rivista Luoghi dell’infinito e presidente della Fondazione Crocevia – Alfredo e Teresita Paglione: i parchi culturali ecclesiastici, che presto coinvolgeranno con un progetto pilota l’intera diocesi di Chieti-Vasto, sarebbero una buona soluzione per sfruttare le ricchezze del territorio per attirare flussi turistici notevoli. E proprio l’arcivescovo Bruno Forte ha puntato sull’importanza della bellezza come risorsa non soltanto morale in un tempo segnato dalla crisi e come concetto non distante dalla fede. «La bellezza, pur in tutta la sua fragilità», afferma, «è come una soglia fra la terra e il cielo, dove l’una trasgredisce e continuamente verso l’alto e l’eterno si affaccia nella storia degli uomini». E l’iconoclasmo avrebbe rischiato di far perdere esemplari artistici di rara bellezza. «Non avremmo avuto Giotto né Raffaello né Michelangelo», dice monsignor Forte, «e neppure Rublev, Rembrandt o Velasquez». Espressioni artistiche che «sosterranno la Chiesa, custode del Verbo udibile, nel farsi promotrice del Verbo visibile, tanto nei gesti della carità, quanto nelle opere della bellezza». E ancora: «L’arte si muove, dunque, in questo singolare esperimento della “trasgressione simbolica”, dell’evocazione che tiene insieme le lontananze, non certo in quello della rappresentazione realistica catturante». E prende in prestito L’idiota di Dostoevskij per ribadire che «la bellezza salverà il mondo». Il convegno è proseguito nel pomeriggio, all’auditorium delle Crocelle con Giorgio Agnisola, condirettore della scuola di alta formazione arte e teologia della facoltà teologica dell’Italia meridionale, che ha insegnato alla platea come si legge un’opera d’arte. (f.r.)

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