Lanciano, i tre romeni incastrati dalle tracce Gps della loro auto / VIDEO
Gli elementi d'accusa che pendono sui fermati. La Golf segnalata vicino alla villa di Martelli la notte della rapina. E poi le macchie di sangue, le banconote, i video a volto scoperto dei bancomat e la fuga. Caccia al "capo", che non è un pugliese. Escluso il coinvolgimento di una donna-basista
LANCIANO. Sono almeno cinque gli elementi d'accusa contro i tre romeni fermati per la rapina violenta nella villa del chirurgo Martelli. I particolari sono emersi nel corso della conferenza stampa congiunta di Procura e forze e dell'ordine il giorno dopo la svolta nelle indagini. Indagini che puntano al ritrovamento del quarto uomo, il presunto "capo", che, è stato precisato, "è un italiano e non un pugliese" e che sembrano al momento escludere la presenza di una donna, la basista, di cui ieri si era parlato.
LE TRACCE DELLA GOLF. I primi due elementi sono costituiti dalle tracce lasciate dall'auto dei tre romeni (la Volkswagen Golf nera sequestrata) con il sistema satellitare Gps. Nei giorni scorsi i carabinieri erano riusciti a piazzare nell'auto una microspia di riferimento del sistema Gps. I tre romeni erano infatti sospettati di essere gli autori della serie di furti e spaccate che si era verificata in città e dintorni in danno di tabaccherie e ricevitorie con furti di Gratta e vinci e sigarette. L'auto venne fermata con una scusa e la "cimice", una volta collocata di nascosto all'interno, cominciò a rilasciare i segnali del percorso dell'auto. Secondo quanto trapelato, sabato sera, il giorno della rapina, i tracciati indicherebbero che la Golf si è fermata in prossimità della villa di Martelli e della moglie. Inoltre, il Gps segnala una successiva sosta, di notte, nella zona di contrada Serre dove è poi stata trovata l'auto di Martelli con la quale i rapinatori si erano allontanati. Due coincidenze? No, secondo i carabinieri quei tracciati sono la prova che la Golf dei romeni quella notte era nella zona della villa dei Martelli e che è poi stata utilizzata per prelevare i rapinatori che nel frattempo avevano abbandonato la Fiat 16 del dottore.
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MACCHIE DI SANGUE. Altro elemento che "pesa" sui tre romeni è costituito dalle macchie di sangue che sono state rilevate su una maglietta in uso dai uno dei tre romeni. Per i militari si tratta probabilmente delle macchie di sangue dei coniugi Martelli picchiati selvaggiamente dai rapinatori (alla donna è stato tagliato un pezzo d'orecchio con una roncola). Sulle macchie di sangue sono in corso le analisi per stabilire il Dna.
I VIDEO. Il quarto elemento costituisce quasi una prova: sono le immagini delle telecamere che riprenderebbero i rapinatori nel momento in cui si sarebbero alzati il passamontagna davanti agli sportelli bancomat dove quella notte erano andati con le tessere dei coniugi Martelli per prelevare in tutto 1.800 euro.
LE BANCONOTE. E da quel denaro può arrivare il quinto elemento d'accusa: controlli sono in corso per appurare se le banconote prelevate agli sportelli bancomat corrispondono a quelle che sono state trovate addosso ai tre romeni, circa 3.400 euro.
LA FUGA E LE ARMI. A monte di tutta questa attività investigativa, c'è poi un elemento che la Procura ritiene inconfutabile. Lo ha detto questa mattina il Procuratore capo Mirvana Di Serio precisando che gli indagati devono rispondere di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di armi (sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti): "Il fermo si è reso necessario perché i tre indagati si stavano dando alla fuga". I tre romeni stavano scappando, volevano lasciare Lanciano e probabilmente l'Italia. Si sentivano braccati. Il ragionamento è: se non avessero fatto nulla non avrebbero avuto motivo di voler scappare...