Chieti

Muore a 52 anni, donati cuore e reni: salvate due vite. Il gesto nobile di un uomo dopo una vita ai margini

9 Aprile 2025

Chieti, all’ospedale Santissima Annunziata la storia che commuove l’Abruzzo: dal dramma alla speranza. Il direttore Asl Palmieri: «Una vicenda che colpisce»

CHIETI. Ha riscattato la propria esistenza con il gesto più nobile che un uomo possa fare: donare la vita agli altri. Una vicenda dolorosa, come solo una morte prematura a 52 anni sa essere, che diventa rinascita grazie alla donazione di organi. 

È la storia di un uomo di Chieti deceduto in ospedale nei giorni scorsi, dopo un percorso non sempre lineare, una vita passata ai margini, spesso in solitudine e oltre le regole, con trascorsi fatti anche di pericolose dipendenze. Il 52enne teatino, arrivato in ospedale in come e in condizioni disperate a causa di un’emorragia cerebrale, è morto poche ore dopo il suo ricovero in rianimazione. Ma in vita aveva fatto la generosa scelta di voler donare gli organi in caso di morte con la dichiarazione di volontà espressa al Comune. E questo intento è stato onorato all’ospedale Santissima Annunziata, dove sono stati prelevati i suoi organi a conclusione della procedura di osservazione seguita di prassi in tali circostanze. Dopo la diagnosi di morte encefalica è iniziata la procedura di accertamento da parte del Collegio tecnico una volta verificata l’esistenza della dichiarazione di donazione. Contestualmente è stato allertato il Centro regionale trapianti, a cui sono stati inviati esami e prelievi utili per la tipizzazione degli organi prelevabili, cuore, fegato e reni. A Chieti sono arrivate le équipes degli ospedali di Udine, Roma e L'Aquila - che avevano fatto espressa domanda al Centro trapianti - ed è stato effettuato il prelievo: il cuore è stato destinato a Udine, i reni a L'Aquila, mentre il fegato per il San Camillo non è risultato poi idoneo per essere trapiantato. Per portare a compimento la complessa procedura si è mobilitata l'équipe di Rianimazione e sala operatoria, sotto la direzione di Daniela Albanese, con la preziosa collaborazione delle unità operative di Cardiologia, Laboratorio Analisi, Microbiologia, Radiologia.

«Ci colpisce sempre il gesto della donazione», sottolinea il direttore generale della Asl Mauro Palmieri, «ma in questa circostanza la generosità espressa assume un valore simbolico forte. Commuove la sensibilità di quest'uomo che non è riuscito a salvare la sua vita, ma pensa al prossimo e ne salva due. Lascia una testimonianza che diventa per tutti noi motivo di riflessione, specie in un momento in cui la cronaca ci consegna fatti drammatici che raccontano storie di tutt'altro segno. Ogni organo donato è una speranza che rinasce, e sarà così per le due persone che ricevono in queste ore cuore e reni del 52enne di Chieti».