Lanciano, padre furioso si scaglia contro le infermiere

8 Febbraio 2016

Notte di tensione al pronto soccorso del Renzetti: genitore con il figlioletto di 17 mesi che aveva battuto la testa aggredisce verbalmente due operatrici. Chiesto l'intervento della polizia

LANCIANO. Avrebbe dovuto attendere qualche minuto, il tempo che in Pronto soccorso si liberasse una stanza per la visita del figlio. Ma, preso dall’ansia, un papà ha cominciato a dare in escandescenza sbattendo oggetti e inveendo contro un paio di infermiere, “colpevoli” di non far visitare subito il suo bimbo col bernoccolo in testa. Spaventate, e temendo che dalle parole l’uomo potesse passare ai fatti e colpire qualcuno, le operatrici hanno chiamato la polizia e, poi, hanno sporto querela contro l’uomo.
È stata una notte di fuoco quella vissuta, pochi giorni fa, nel Pronto soccorso dell’ospedale Renzetti, teatro di un’aggressione verbale subita da due infermiere, da parte di un papà in ansia per il suo bambino di diciassette mesi che aveva battuto la testa. Quando i propri figli stanno male è facile farsi prendere dall’agitazione, ma questa non dovrebbe trasformarsi in rabbia cieca, tanto da far tremare un intero reparto, spaventando anche i pazienti in osservazione e in attesa di una visita. L’uomo, come raccontato da una delle infermiere aggredite, è arrivato a tarda sera con in braccio il bambino che aveva battuto la testa. Entrato in accettazione, l’infermiera ha iniziato a chiedergli le generalità del piccolo, se avesse perso conoscenza e se avesse dormito, per capire la situazione e attribuire un codice di intervento. Sembra che il papà mostrasse già segni di insofferenza. Assegnato il codice giallo, una priorità alta ma più per l’età del bimbo che per la pericolosità del trauma, l’infermiera ha comunicato al papà la necessità di aspettare qualche minuto, che si liberasse una sala. E qui è scoppiato il putiferio: l’uomo avrebbbe iniziato ad inveire contro la donna, a dirle parolacce, e più l’infermiera cercava di spiegargli che il piccolo sarebbe entrato subito più lui si infervorava. Tanto da alzarsi, prendere il bimbo e salire di propria iniziativa in Pediatria. Dopo pochi minuti, però, è tornato in Pronto soccorso perché in reparto serviva il foglio della consulenza. E qui avrebbe preso di mira un’altra infermiera, aprendo anche una delle sale dove era in corso una visita da codice rosso. Temendo che potesse aggredire qualcuno, il personale ha chiamato la polizia, che ha riportato l’uomo alla calma. In commissariato, due giorni dopo, le infermiere hanno sporto querela contro di lui. «Sta diventando impossibile lavorare con serenità e in sicurezza», lamentano gli infermieri del Pronto soccorso, «siamo abituati a lavorare con tante persone, a calmare spesso più i familiari che i pazienti, ma qui si comincia ad esagerare». L’appello alla sicurezza, urgente, va girato al manager Asl, Pasquale Flacco.
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