Lanciano, "Trecentomila euro di danni per le botte date alla moglie"
Condannato ex marito ancora in carcere. Il giudice deve decidere sulla libertà La parte civile chiede un maxi risarcimento: la donna subì due traumi alla testa
LANCIANO. Quattro lunghi anni di botte, ingiurie e minacce di morte. Quattro anni di sofferenze fisiche e psicologiche finite tre mesi fa con l’arresto del marito che ieri è stato processato e condannato con rito abbreviato. U.D.M., 52 anni, di un centro del Frentano, accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, rappresentato dall’avvocato Diana Peschi è stato condannato dal giudice Marina Valente a due anni e 8 mesi di reclusione e risarcimento danni da quantificare in separata sede. Danni che la parte civile, rappresentata dall’avvocato Errico Sacco, aveva valutato in circa 300mila euro. Sulla richiesta di scarcerazione avanzata dalla legale dell’imputato, il giudice si è riservata la decisione. Sulla scarcerazione ha infatti espresso parere negativo il pubblico ministero Rosaria Vecchi, che ha anche seguito le indagini chiedendo proprio l’arresto ad ottobre, accordato poi dal gip Massimo Canosa.
Per l’accusa l’uomo avrebbe “maltratto la moglie dall’agosto 2010 fino al settembre 2014, sottoponendola a continue vessazioni fisiche e psicologiche. L’avrebbe ingiuriata sputandole in faccia, minacciata continuamente di morte dicendole che “avrebbe preso un coltello e l’avrebbe spanzata”, quando la donna provava a ribellarsi alle violenze del coniuge”. Non solo: l’accusa ha parlato di botte, tante. “Avrebbe picchiato la moglie, prendendola a calci e pugni costringendola più volte a ricorrere alle cure mediche”. Da qui l’accusa di lesioni personali. A processo sono finiti anche due referti medici. Uno del 29 novembre 2013 che riporta che la donna subì “trauma cranico non commotivo e trauma facciale del lobo sinistro” e l’altro del 18 lulgio 2014 “trauma cranico non commotivo, contusione coscia destra e distorsione primo dito”.
Sfiancata dalle violenze, la donna ha trovato il coraggio di farsi aiutare dai carabinieri dela compagnia di Lanciano, coordinati dal capitano Massimo Capobianco. L’uomo in passato era stato denunciato per guida in stato di ebbrezza ed è probabile che anche i litigi in casa avveniassero sotto l’effetto dell’alcol. Un caso che conferma i dati diffusi dalla Procura nei giorni scorsi, che indicavano un aumento dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenze e stalking: +22% rispetto al 2013 di procedimenti e indagati per violenza e +40% per stalking.
Teresa Di Rocco
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