Legionella nei bagni degli infermieri al policlinico di Chieti
Nuove analisi confermano che il parassita è ancora nelle tubature dell'ospedale, ma i valori sono in calo
CHIETI. Legionella nei bagni degli infermieri. Il parassita c’è ancora. Il policlinico continua fare i conti con l’incubo delle tubature contaminate. Il sorvegliato speciale resta il nuovo blocco del Polo cardiologico. Lo rivela una circolare della Asl. Ne siamo venuti in possesso e la pubblichiamo testualmente. Rassicura solo in parte: «Vi informo che i risultati dei prelievi di acqua eseguiti dall'Arta e dall'Università di Tor Vergata nel corpo M in data 20/10/2016», scrive il direttore medico della Asl, Giuseppe Mariotti, «mettono in evidenza un abbattimento del 50% della contaminazione rispetto a quella rilevata in precedenza (campionamenti 21/09/2016). In particolare la situazione risulta notevolmente migliorata nelle aree compatte (piani dal IV al VII) dove da un solo erogatore è stata rilevata la presenza di 200 Ufc/l (rubinetto lavandino bagno stanza infermieri Tic)».
Ma la guardia resta alta: «Nel prendere atto dei miglioramenti ottenuti a seguito delle misure intraprese (shock chimico, disinfezione in continua e flussaggi) si torna comunque a ricordare la più attenta osservanza delle "misure per la prevenzione della legionellosi correlata a procedure assistenziali" e si ribadisce l'assoluta necessità di ottemperare a quanto disposto circa gli interventi di "flussaggio". Per quanto di sua competenza, il direttore della Uoc Ipm vorrà dare disposizioni affinché la frequenza dei flussaggi nei piani del Corpo M non ancora attivati, sia mantenuta in essere con regolarità e sufficienza».
La Asl, diretta dal manager Pasquale Flacco, non ha reso pubblico questo documento seppure rassicuri, in parte, i pazienti del Polo cardiologico dopo mesi di allarme legionella. Registriamo però la reazione del presidente della commissione vigilanza della Regione, Mauro Febbo, che dichiara: «I tempi lunghi l'hanno generata, i tempi lunghi stanno accompagnando la risoluzione del problema perché stiamo ancora parlando di presenza di legionella nel policlinico scoperta prima dell’estate. Sembra che sia solo un’emergenza interna alla Asl che le autorità regionali non stanno prendendo di petto».
«Paradossalmente», dice Febbo, «fuori dall’Abruzzo, ha fatto più notizia questa della legionella quando ho raccontato di quei poveri pazienti che si lavano con l'acqua minerale, che tanti altri annunci di nuove e grandi strutture. Ma anche la legionella è presente in una struttura nuova, inaugurata un anno fa. Altro fatto sostanziale: chi pagherà per questa contaminazione? Se è dovuta ai dodici anni d’attesa per l'apertura di quella struttura ci sarà un responsabile o no?». Febbo conclude così: «Abbiamo a che fare con un parassita pericolosissimo ma è come se stessero parlando del malfunzionamento della macchinetta che fa il caffè dentro una struttura ospedaliera?»