«Lo stadio innaffiato con acqua potabile»
Di Domenico (Pdl): in piena estate poche risorse idriche per i cittadini ma non per il campo di calcio
LANCIANO. « Il manto erboso dello stadio Biondi innaffiato con acqua potabile».
È l’accusa del consigliere del Pdl, Marco Di Domenico, all’amministrazione comunale e in particolare al sindaco, Mario Pupillo, che nei giorni scorsi ha evidenziato una serie di responsabilità della precedente amministrazione sulla gestione degli impianti sportivi.
Pupillo aveva parlato di «carenze accumulate da anni» e portato tra gli esempi proprio lo stadio comunale che «non rispondeva più alle norme di sicurezza tanto da dover autorizzare di volta in volta le partite di campionato della Virtus».
Da tempo la minoranza consiliare aveva però puntato i riflettori sui lavori di adeguamento dello stadio Biondi per la serie B di calcio, che mancava del certificato di agibilità e che ha dovuto subire, nel giro di poche settimane, dei costosi interventi di messa in sicurezza per potere ospitare il campionato così come imposto dai regolamenti sportivi e dalla normativa in materia di sicurezza.
«Quei lavori hanno destato e continuano a destare perplessità», attacca Di Domenico, «registrate senza dover andare ad urlare in curva o fare vetrina in tribuna, ma studiando gli atti e raccogliendo le critiche dei cittadini. Si è scoperto», prosegue l’esponente della minoranza, «che ci sono stati enormi consumi di risorse energetiche, elettriche, ma soprattutto idriche. Viene da chiedersi chi abbia utilizzato queste risorse, per che cosa e perché. E inoltre: chi ha pagato quelle salate bollette?».
Di Domenico si chiede se il manto erboso dello stadio sia stato innaffiato «con acqua non potabile grazie ai pozzi collocati dall’amministrazione Paolini o con acqua potabile, in piena estate, quando le risorse idriche scarseggiavano in città e in tutto il comprensorio. Il sindaco Pupillo», prosegue Di Domenico, «avvertì perfino l’esigenza di emanare un’ordinanza per regolare tre i cittadini i consumi dell’acqua potabile, tanto da incorrere nell’assurdità di multare un cittadino per aver innaffiato dei vasi con il paradossale sequestro del tubo utilizzato. Queste», conclude l’esponente dell’opposizione consiliare, «sono solo alcune delle questioni scomode che dovranno essere portate a conoscenza di chi di dovere e che sono emerse dallo studio degli atti finalmente resi accessibili tra mille mugugni. Amministrare su mandato dei cittadini non significa fare il tifo e intitolare piazze, ma ben altro». (d.d.l.)
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