Mascitelli: serve chiarezza sulla Sixty
L’audizione al Senato con l’intervento del sottosegretario Martone delude i lavoratori e il parlamentare dell’Idv
CHIETI. «Regione e governo siano parte attiva per proporre alternative alla smobilitazione Sixty da Chieti». Alfonso Mascitelli, senatore e segretario regionale dell’Idv, non ci sta. Voleva risposte sul piano industriale del gruppo Moda, sui nuovi proprietari, sull’inserimento di Chieti in area di crisi industriale complessa. In Senato, ieri, per bocca del viceministro Michel Martone, ha ascoltato invece quel che già sapeva. Delusione tra i lavoratori, che continuano l'occupazione permanente della hall aziendale. Mascitelli chiede a questo punto una forte sinergia istituzionale nell’incontro del 29 ottobre al ministero dello Sviluppo economico. A Martone, che in Senato ribadisce quanto sostanzialmente è emerso il 16 ottobre nella riunione ministeriale Sixty, parlando di «una forbice di iniziative da portare avanti» prevista dagli azionisti del gruppo Moda ma poi limitandosi a ricordare «la Newco da 150 posti di lavoro nei negozi e 50- 60 nella produzione» e i 600 esuberi nell'intera penisola, Mascitelli in aula risponde invocando «un ruolo propositivo e non esclusivamente notarile» del governo per mandare, attraverso questa vicenda, un messaggio chiaro a chi «non smantella solo un’azienda ma un sistema Paese. In questa vertenza così drammatica e complessa», commenta fuori dall'aula il senatore dell'Idv, «nessuno ha la bacchetta magica, ma è da irresponsabili procedere, come si sta facendo finora, per compartimenti stagni, con una Regione completamente assente, che sinora non ha sentito il dovere di fare squadra o di elaborare una controproposta, e un governo nazionale incapace di prendere posizione, limitandosi a registrare lo stato della vertenza.
«Da agosto», prosegue Mascitelli, « è partito il tavolo ministeriale sul caso Sixty e dopo alcuni mesi ancora non emergono elementi di una chiara alternativa al vergognoso piano industriale anticipato dalla proprietà, né vi sono impegni precisi per attivare misure a sostegno dell'area di crisi, né tantomeno delle rassicurazioni sulle tutele sociali a disposizione dei lavoratori. Tra l'altro ho inviato una lettera al presidente Chiodi, firmata con i due consiglieri regionali dell'Idv della provincia di Chieti, in cui sollecito a ricomprendere l'area Sixty nell'elenco dei comuni della Val Pescara, come consente il decreto ministeriale del marzo 2010. Fino a quando la situazione non diventa irreversibile, dobbiamo tentare tutte le strade. Prima di tutto i governi nazionale e regionale devono essere presenti con i propri rappresentanti e non con funzionari tecnici: ci mettano la faccia! All'appuntamento del 29 si presentino almeno con una proposta preliminare, per non dare alibi alla proprietà che non vi sono alternative. Se non si trova un'intesa, deve essere chiaro che va fatta piena chiarezza su tutti i risvolti di una operazione che non ha nulla di strategia aziendale, ma molto di speculazione finanziaria».
Delusione per l'intervento di Martone in Senato anche tra i lavoratori. «La dice lunga», dice Marino D'Andrea, Rsu Cgil «sulla effettiva volontà del governo di salvaguardare e rilanciare il Made in Italy come punto focale per far ripartire il Paese».
Sipo Beverelli
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