Menna: la sanità nel Chietino è allo sbando
Atessa. Il consigliere regionale: «Farmaci mancanti e attese bibliche per le visite, basta promesse»
ATESSA. «Farmaci mancanti e difficili da reperire; visite con attese bibliche ma fattibili in tempi ragionevoli a pagamento; la direttiva Asl che impone ai medici di famiglia di non prescrivere più farmaci per lo stomaco, vitamina D e antinfiammatori, che saranno a pagamento. La nostra sanità è allo sbando». È il consigliere regionale Vincenzo Menna a denunciare disservizi e disagi che colpiscono i pazienti, in particolare della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. E parte dalla conferenza che il manager Asl Thomas Schael ha fatto a Lanciano martedì scorso in cui ha affermato che «non esiste alcun problema di carenza di farmaci» e ha bollato come «menzogne» le accuse sulle carenze anche nei reparti ospedalieri fatte da 6 sigle sindacali.
«Eppure i fatti dimostrano il contrario», evidenzia Menna. «Una paziente con sclerosi multipla ha avuto difficoltà per ottenere un farmaco salvavita all’ospedale di Vasto; si è trovata di fronte a ritardi e a una disponibilità estremamente limitata. E non è un caso isolato: diversi pazienti sono stati rimandati a casa o hanno ricevuto dosi parziali, insufficienti per l'intero mese. Sospendere una terapia può avere conseguenze gravissime sulla loro salute. Nonostante alla fine la paziente sia riuscita a ritirare il farmaco, resta l’assurdità di dover fare riferimento esclusivamente alla farmacia ospedaliera». Un paziente ha manifestato la sua difficoltà nell’avere un farmaco salvavita direttamente nella conferenza e Schael ha spiegato che «molti farmaci non sono disponibili sul mercato nazionale e internazionale ma la Asl ne sta acquistando altri con la stessa formulazione». Poi le liste di attesa. «Una persona con un’impegnativa con priorità breve per una visita nel centro dislipidemia, ha ricevuto una prenotazione al Cup per il 30 aprile 2025», riprende Menna, «intramoenia, pagando cioè 152 euro, l’appuntamento sarebbe stato l’11 novembre. Questa è una negazione del diritto alla salute e una pressione verso il sistema a pagamento». Poi il cartello apparso in diversi studi medici che recita: “Dal 1° luglio, per disposizione del direttore generale della Asl per il piano di rientro non sarà più possibile prescrivere con la mutua farmaci per lo stomaco, vitamina D e antinfiammatori, che saranno quindi a pagamento fino a nuove disposizioni». «Questa direttiva penalizza duramente i cittadini», chiude Menna, «imponendo costi su farmaci di largo consumo e che per molti sono essenziali. È inaccettabile che si arrivi a tali estremi, colpendo i più deboli. Basta promesse: servono fatti, subito».