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Moglie schiacciata dal cancello: assolto
GISSI. Assolto dall’accusa di omicidio colposo per non aver commesso il fatto. Per un imprenditore del Vastese è finito con una sentenza d’assoluzione un incubo durato dieci anni. I guai giudiziari...
GISSI. Assolto dall’accusa di omicidio colposo per non aver commesso il fatto. Per un imprenditore del Vastese è finito con una sentenza d’assoluzione un incubo durato dieci anni.
I guai giudiziari per Remo D’Addario, 55 anni, contitolare di un’azienda all’ingrosso di carne originario di Carpineto Sinello erano sorti con la morte della moglie, Concetta Lapezzata. L’8 maggio 2003 la coppia si trovava nel cantiere del “Centro distribuzione carni”, nella zona industriale di Gissi. Il mattatoio dello stabilimento era in fase di ristrutturazione. Alle 21,30, dopo aver sistemato i registri contabili, Concetta Lapezzato uscì nel cortile dell’azienda. La donna-manager si avvicinò alla recinzione del manufatto in fase di ristrutturazione. All’improvviso un grosso cancello in metallo si sganciò dalla parete di pietra e le cadde addosso.
L'imprenditrice non ebbe il tempo di chiedere aiuto. Intrappolata sotto il pesante manufatto di metallo, la donna perse i sensi. Il marito cercò di soccorrerla ma inutilmente. Concetta Lapezzato morì per lo schiacciamento del torace.
Il marito finì a giudizio. A parere dei giudici l’uomo sarebbe stato colpevole per non aver preso tutte le precauzioni del caso.
Il processo di primo grado per omicidio colposo si concluse il 14 giugno 2006 con la condanna di D’Addario a 8 mesi e 15 giorni di reclusione. Il difensore dell’imprenditore, l’avvocato Gabriele D’Ugo, ha presentato appello contro la sentenza. I giudici della Corte aquilana giovedì hanno dato ragione a D’Ugo assolvendo il suo cliente nel merito. «Per D’Addario è la fine di un percorso doloroso. Oltre al dolore per la morte della moglie ha dovuto sopportare anche un processo. L’epilogo mette fine al suo tormento», rimarca il difensore. (p.c.)
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