PIZZOFERRATO
Morto a 106 anni il nonno che ha vissuto due pandemie
Il primo giorno d’estate ha concluso la sua esistenza Carmine Di Cesare, lutto nel borgo del medio sangro
PIZZOFERRATO. Il primo giorno d’estate ha concluso la sua esistenza Carmine Di Cesare che, lo scorso 5 maggio, aveva compiuto 106 anni. Era l’uomo delle due pandemie: la spagnola del 1918-20 e quella attuale, del Covid-19. Fino a poco tempo fa il nonno di Pizzoferrato spaccava la legna e curava l’orto e i pochi animali dell’aia. Viveva insieme alla sua famiglia, il figlio Domenico e la nuora Cristina Tarantini, in contrada Casale Luigiotti.
È vissuto sempre lì Carmine in un rapporto ancestrale tra natura, persone e animali, ultimo esponente di un mondo che non c’è più: a letto alle 19,30, sveglia all’alba; poi i piccoli lavori nell’orto, il pollaio, la legna ancora da spaccare. «Non ha mai abbandonato il suo paese», ha detto il giorno del suo compleanno il sindaco Palmerino Fagnilli, aggiungendo: «Ciò che sorprende sono le sue condizioni psicofisiche, presente a se stesso, con ricordi vivi, nonno Carmine per tutti noi è un esempio e una speranza».
Se n’è andato come fanno i saggi e le vecchie querce: in silenzio. La candela si è spenta, lo stoppino era finito, la cera è servita per dare luce e buonsenso.
«Siamo vicini», afferma Fagnilli, «al dolore che ha colpito il consigliere comunale delegato Daniele Di Cesare e tutta la sua famiglia, per la scomparsa del caro Carmine, patriarca pizzoferratese: il nonno dei sorrisi e della sapienza e di tutti noi. Da parte del sindaco, dell’amministrazione e del personale sentite condoglianze e un forte abbraccio al caro Daniele e ai suoi familiari».
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