CHIETI
Multe a chi prenota le visite e non si presenta senza avvisare
Pugno di ferro Asl: chi rinuncia a un esame deve comunicarlo tre giorni prima. Dal 2016, scoperti 26mila 240 “furbetti”. Per 3mila 505 già partita richiesta di pagamento
CHIETI. Tolleranza zero e multe più salate per chi prenota una visita o un esame alla Asl e non si presenta senza neppure disdire. D’ora in poi, il cittadino che intende rinunciare a una prestazione è tenuto a comunicarlo 72 ore prima dell’appuntamento. In caso contrario, scatterà una sanzione amministrativa di 36,15 euro o di 46,15 euro qualora si tratti di una Tac, di una risonanza magnetica o di una Pet (esame che consente di effettuare analisi precoci dei tumori). Il nuovo regolamento è entrato in vigore già da qualche mese. La vecchia norma prevedeva l’annullamento della prestazione con un preavviso di 48 ore. Ma, dall’ottobre del 2016 fino allo scorso luglio, ben 26.240 utenti non si sono presentati e non hanno cancellato la prenotazione: di questi, 3.505 hanno ricevuto la richiesta di pagamento del ticket per mancata disdetta; gli altri sono risultati nella condizione di esenzione o avevano già provveduto a versare il ticket. Adesso, però, anche chi è «esente» ha l’obbligo di effettuare la disdetta con i tre giorni d’anticipo.
Aumento del numero di prestazioni, «attività di re-call» ancora più serrata per confermare gli appuntamenti ed evitare posti lasciati vuoti, utilizzo obbligatorio delle classi di priorità per le specialistiche indicate dalla Regione: sono queste le carte messe sul tavolo dalla Asl per provare a dare una sforbiciata importante alle liste d’attesa, e rispondere entro limiti di tempo più contenuti alle richieste di esami e visite specialistiche. «Per approdare ad attese più brevi», hanno spiegato dall’azienda sanitaria teatina, «è stato scelto un approccio a tenaglia, con azioni diversificate a partire da un aumento dell’offerta, resa possibile grazie a prestazioni aggiuntive, effettuate dal personale Asl, e con altre acquistate dal privato accreditato, laddove necessario». Scendendo più nel dettaglio: «È costantemente monitorato l’equilibrio tra l’offerta in attività istituzionale e quella in libera professione, a tutela dei diritti degli assistiti: dovrà esserci, insomma, equità tra le agende messe a disposizione per le visite a pagamento e quelle a carico della sanità pubblica». Si è deciso di intervenire anche sui sistemi di prenotazione, pure questi differenziati: «Devono passare per il Cup i primi accessi, rigorosamente filtrati con le classi di priorità per le prestazioni indicate dalle disposizioni regionali; nel caso di indisponibilità di posti, la richiesta viene poi gestita dal cosiddetto “specialist”, che si fa carico di trovare un appuntamento con l’attività di back office e comunicarla quindi all’assistito. I controlli successivi, invece, vengono gestiti direttamente dagli specialisti attraverso il Cup di II livello, evitando al paziente nuove file agli sportelli».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Aumento del numero di prestazioni, «attività di re-call» ancora più serrata per confermare gli appuntamenti ed evitare posti lasciati vuoti, utilizzo obbligatorio delle classi di priorità per le specialistiche indicate dalla Regione: sono queste le carte messe sul tavolo dalla Asl per provare a dare una sforbiciata importante alle liste d’attesa, e rispondere entro limiti di tempo più contenuti alle richieste di esami e visite specialistiche. «Per approdare ad attese più brevi», hanno spiegato dall’azienda sanitaria teatina, «è stato scelto un approccio a tenaglia, con azioni diversificate a partire da un aumento dell’offerta, resa possibile grazie a prestazioni aggiuntive, effettuate dal personale Asl, e con altre acquistate dal privato accreditato, laddove necessario». Scendendo più nel dettaglio: «È costantemente monitorato l’equilibrio tra l’offerta in attività istituzionale e quella in libera professione, a tutela dei diritti degli assistiti: dovrà esserci, insomma, equità tra le agende messe a disposizione per le visite a pagamento e quelle a carico della sanità pubblica». Si è deciso di intervenire anche sui sistemi di prenotazione, pure questi differenziati: «Devono passare per il Cup i primi accessi, rigorosamente filtrati con le classi di priorità per le prestazioni indicate dalle disposizioni regionali; nel caso di indisponibilità di posti, la richiesta viene poi gestita dal cosiddetto “specialist”, che si fa carico di trovare un appuntamento con l’attività di back office e comunicarla quindi all’assistito. I controlli successivi, invece, vengono gestiti direttamente dagli specialisti attraverso il Cup di II livello, evitando al paziente nuove file agli sportelli».
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