Niente acqua, insorgono Vasto e San Salvo marina: dichiarato lo stato di calamità
Protesta di villeggianti e residenti, concesso il prelievo dalla diga anche per usi civili
VASTO. La Regione dichiara lo stato di calamità naturale per l'emergenza idrica nel Vastese (Vasto e San Salvo marina) e nel frattempo viene concesso il prelievo dalla diga per uso civile in deroga alla legge che consente l'utilizzo solo per aziende e agricoltura. Sono i due provvedimenti arrivati sull'orlo della protesta di villeggianti e residenti alla luce del perdurare della situazione di crisi che ha portato la Sasi, società di gestione, a chiudere i rubinetti fino a questa mattina e a lanciare un vero e proprio appello alle Istituzioni. Il riconoscimento dello stato di calamità dovrebbe consentire alla Sasi e ai Comuni di attingere a nuovi contributi e risorse economiche per sopperire all'emergenza.
In particolare la giunta regionale ha accolto le richieste della Sasi e ha deciso che fino al prossimo 30 settembre si possono effettuare prelievi sul fiume Trigno, in località Lentella, e successivamente potabilizzare l'acqua destinata a uso domestico nell'impianto di San Salvo, a servizio dei comuni di Vasto e San Salvo. E' inoltre consentito l'approvvigionamento dal fiume Trigno di acqua grezza a servizio del nucleo industriale di San Salvo.L'erogazione dell'acqua era stata di nuovo sospesa a Vasto marina e San Salvo fino alle 7 di questa mattina e c'era il rischio concreto che continuasse anche domani, domenica 30 agosto con le stesse modalità _ a causa della scarsa disponibilità dalla diga di Chiauci e l'assenza di fonti alternative di approvvigionamento per sopperire anche alla crisi che riguarda la sorgente del Verde.
"Chiediamo che venga riconosciuto lo stato di calamità e di dare priorità all'uso umano della risorsa idrica, in assenza di tale provvedimento la società non riuscirà a garantire l'erogazione idrica a queste zone”, aveva scritto in una nota il presidente della Sasi, Gianfranco Basterebbe sottolineando che la richiesta di calamità era stata inviata al prefetto di Chieti, al presidente della Regione Marco Marsilio, al vice presidente della giunta abruzzese Emanuele Imprudente, nonché al direttore generale dell'Ersi, all'Arap e a Francesco Menna e Tiziana Magnacca, rispettivamente sindaci di Vasto e San Salvo. "In assenza di tale provvedimento la società non riuscirà a garantire l'erogazione idrica a queste zone”, aveva avvisato Basterebbe.
Una riunione per fare il punto sulla disponibilità della diga di Chiauci era stata chiesta dall'Arap il 21 agosto scorso e la Sasi in più occasioni (l'ultima volta il 25 scorso) aveva disegnato il quadro della situazione, con tutte le difficoltà e criticità. “Sono giorni che sollecitiamo gli organi preposti proprio con l'obiettivo di evitare che la condizione già difficile precipitasse – commenta il presidente Sasi - purtroppo quello che si temeva si è verificato con la conseguenza di rubinetti a secco in due località di mare che in queste settimane contano numerosi turisti e villeggianti. Rimasti già senz'acqua, con l'inevitabile, prevedibile e comprensibile coro di proteste, ma la Sasi ha fatto e sta facendo tutto quanto è nelle proprie possibilità e competenze per ridurre questo disagio. Mi auguro di avere presto notizie e che la nostra richiesta venga al più presto accettata”.
Il sindaco di San Salvo aveva invece scritto al commissario del Consorzio di Bonifica Sud e allo stesso presidente della Sasi spa evidenziando come l'interruzione del servizio idrico possa rappresentare «un danno economico per le imprese ancora in difficoltà dopo il lockdown a causa del Covid-19 e che in queste ultime settimane stanno cercando di ridurre i disagi subiti».
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