Nove indagati per le villette abusive
Coinvolti proprietari, direttori dei lavori ed ex dirigente dell'Urbanistica
VASTO. Nove persone indagate nell'inchiesta sulle costruzioni abusive a Montevecchio e località Canale che ha portato al sequesto di 47 edifici. Dal dossier consegnato al procuratore di Vasto, Francesco Prete, dagli uomini della Finanza diretti dal capitano Luigi Mennitti e dal colonnello Paolo D'Amata emergono irregolarità negli atti sequestrati negli uffici dell'Urbanistica in via Naumachia.
Nove avvisi di garanzia inviati ad altrettante persone coinvolte, a vario titolo, nella vicenda venuta alla luce venerdì scorso, in seguito all'indagine disposta dalla procura sei mesi fa: proprietari degli immobili, direttori dei lavori, l'ex dirigente dell'ufficio Urbanistica del Comune. I difensori, gli avvocati Arnaldo Tascione e Giovanni Cerella parlano di atti dovuti e si preparano a dimostrare la regolarità delle procedure di costruzione.
RESIDENCE PLAZA. I due legali hanno trascorso il fine settimana a studiare il fascicolo. «La realizzazione del Residence Plaza sulla collina di Montevecchio è regolare», sostengono senza esitazione Tascione e Cerella. I due avvocati assicurano di poter dimostrare la legittimità del permesso edificatorio relativo alle opere sequestrate.
«La realizzazione dei quarantadue immobili è stata approvata sia dall'attuale giunta guidata dal sindaco Luciano Lapenna che dalla vecchia amministrazione retta dall'ex sindaco Filippo Pietrocola. La procedura è passata anche attraverso lo Sportello unico per le attività ricettive», sostengono i difensori degli indagati.
La procura contesta tuttavia, oltre a una presunta lottizzazione abusiva, un intervento edilizio illegittimo. «Sono state costruite villette ad uso civile in una zona a vocazione turistica», si legge nella nota del procuratore Prete. Per i difensori, non è così. Gli immobili sono ancora in costruzione e non risulterebbe alcun atto di trasferimento a privati. Certi di poter dimostrare la regolarità del cantiere, annunciano che chiederanno già domani il dissequestro degli immobili.
CANALE. In contrada Canale, area protetta da vincolo paesaggistico, sono invece spuntati fuori cinque fabbricati in una zona in cui sarebbe vietato costruire. Anche in questo caso, la difesa si prepara a rispondere alle accuse con una documentazione che dimostrerebbe il possesso delle autorizzazioni. La procura rimarca tuttavia che le indagini svolte dalla sezione di polizia giudiziaria, con l'aiuto della Capitaneria di Porto diretta dal comandante Daniele Di Fonzo, sono state supportate da perizie tecniche. Prima di arrivare al sequestro gli investigatori avrebbero indagato a lungo e controllato montagne di fascicoli.
REAZIONE DEL COMUNE. Il sindaco Luciano Lapenna tace. Assente l'assessore all'urbanistica, Vincenzo Sputore, è il collega ai lavori pubblici Marco Marra a commentare i provvedimenti di sequestro chiesti dalla magistratura e concessi dal giudice delle indagini preliminari. «Dal punto di vista politico non posso che esprimere un plauso all'attività investigativa. Non entro nel merito delle due vicende. Ritengo sia in ogni caso positivo il messaggio lanciato dalla procura: a Vasto, non è sempre permesso fare tutto quello che si vuole. Personalmente, ritengo quindi positiva l'attenzione dimostrata dai giudici».
Nove avvisi di garanzia inviati ad altrettante persone coinvolte, a vario titolo, nella vicenda venuta alla luce venerdì scorso, in seguito all'indagine disposta dalla procura sei mesi fa: proprietari degli immobili, direttori dei lavori, l'ex dirigente dell'ufficio Urbanistica del Comune. I difensori, gli avvocati Arnaldo Tascione e Giovanni Cerella parlano di atti dovuti e si preparano a dimostrare la regolarità delle procedure di costruzione.
RESIDENCE PLAZA. I due legali hanno trascorso il fine settimana a studiare il fascicolo. «La realizzazione del Residence Plaza sulla collina di Montevecchio è regolare», sostengono senza esitazione Tascione e Cerella. I due avvocati assicurano di poter dimostrare la legittimità del permesso edificatorio relativo alle opere sequestrate.
«La realizzazione dei quarantadue immobili è stata approvata sia dall'attuale giunta guidata dal sindaco Luciano Lapenna che dalla vecchia amministrazione retta dall'ex sindaco Filippo Pietrocola. La procedura è passata anche attraverso lo Sportello unico per le attività ricettive», sostengono i difensori degli indagati.
La procura contesta tuttavia, oltre a una presunta lottizzazione abusiva, un intervento edilizio illegittimo. «Sono state costruite villette ad uso civile in una zona a vocazione turistica», si legge nella nota del procuratore Prete. Per i difensori, non è così. Gli immobili sono ancora in costruzione e non risulterebbe alcun atto di trasferimento a privati. Certi di poter dimostrare la regolarità del cantiere, annunciano che chiederanno già domani il dissequestro degli immobili.
CANALE. In contrada Canale, area protetta da vincolo paesaggistico, sono invece spuntati fuori cinque fabbricati in una zona in cui sarebbe vietato costruire. Anche in questo caso, la difesa si prepara a rispondere alle accuse con una documentazione che dimostrerebbe il possesso delle autorizzazioni. La procura rimarca tuttavia che le indagini svolte dalla sezione di polizia giudiziaria, con l'aiuto della Capitaneria di Porto diretta dal comandante Daniele Di Fonzo, sono state supportate da perizie tecniche. Prima di arrivare al sequestro gli investigatori avrebbero indagato a lungo e controllato montagne di fascicoli.
REAZIONE DEL COMUNE. Il sindaco Luciano Lapenna tace. Assente l'assessore all'urbanistica, Vincenzo Sputore, è il collega ai lavori pubblici Marco Marra a commentare i provvedimenti di sequestro chiesti dalla magistratura e concessi dal giudice delle indagini preliminari. «Dal punto di vista politico non posso che esprimere un plauso all'attività investigativa. Non entro nel merito delle due vicende. Ritengo sia in ogni caso positivo il messaggio lanciato dalla procura: a Vasto, non è sempre permesso fare tutto quello che si vuole. Personalmente, ritengo quindi positiva l'attenzione dimostrata dai giudici».
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