Nuovo impianto per lavorare i rifiuti
Tartaglia: col Tmb soddisfiamo cento comuni. Pupillo: è l'anticamera dell'inceneritore
LANCIANO. L'area della discarica di Cerratina è destinata ad accogliere un impianto Tmb, ossia di trattamento meccanico biologico dei rifiuti. Lo ha deciso la Regione che ha inserito il sito frentano nella programmazione generale in tema di rifiuti. L'impianto va attivato per legge. Ed è sul Tmb che l'amministrazione comunale annuncia battaglia: «È l'anticamera per arrivare all'inceneritore».
Tecnicamente il trattamento meccanico biologico è una tecnologia a freddo per rifiuti indifferenziati. Sfrutta processi sia meccanici che biologici come la "digestione anaerobica" e il compostaggio. I rifiuti indifferenziati che vengono trattati nell'impianto escono sotto forma di Cdr (combustibile da rifiuti) utilizzato per la produzione di energia e per alimentare cementifici o centrali termoelettriche, più note come termovalorizzatori.
Ma perché serve un impianto Tmb nella discarica di Cerratina? A rispondere è il presidente della Eco.Lan spa, l'ex Consorzio smaltimento rifiuti, Gianpanfilo Tartaglia: «Il vantaggio è per i Comuni», spiega Tartaglia, «il progetto è studiato per contenere i prezzi di smaltimento dei rifiuti che altrimenti andrebbero smaltiti in altre discariche o in impianti privati con costi maggiori».
A prevedere un impianto nell'area della discarica di Cerratina è la Regione che nel 2010 ha già recepito un progetto definitivo da parte della Eco.Lan spa. Quello che si deve decidere è solo se realizzare un impianto per 37.500 tonnellate di rifiuti, autosufficiente per i 53 comuni del consorzio, oppure uno da 75.000 tonnellate.
«Abbiamo indicato il secondo», precisa il direttore della Eco.Lan, Sandro Fantini, «perché è più economico e perché potrebbe avere costi competitivi con gli impianti privati. La Regione deve però assicurarci il flusso dei rifiuti per alimentare l'impianto che servirebbe tutto l'Ato frentano, circa 110 comuni».
L'autorizzazione al Tmb è soggetta a valutazione d'impatto ambientale, perché, come per Casoni a Chieti, una delle controindicazioni dell'impianto è l'emissione di polveri e cattivi odori. «Abbiamo previsto la costruzione di un capannone», spiega aTartaglia, «proprio per evitare la dispersione di odori».
Ma quanto costa e chi paga il Tmb? «L'impianto», spiega ancora Tartaglia, «costa 20 milioni di euro, da spalmare in 15-20 anni sulla tariffa per lo smaltimento rifiuti. Ma abbiamo già un finanziamento regionale di 3 milioni».
Al Tmb si oppone il Comune di Lanciano. «Non vogliamo altri rifiuti sul nostro territorio», tuona il sindaco Mario Pupillo, «Cerratina per noi è un capitolo chiuso ed è indisponibile ad altri impianti. «Tutta l'operazione è assolutamente non virtuosa», prosegue il primo cittadino, «chi ci assicura che i Comuni non si serviranno comunque da impianti privati? Come si giustifica nel tempo una spesa così elevata? E se i rifiuti di 110 Comuni non basteranno, dove si andrà a prenderli? Ci vuole una seria programmazione regionale, non si può passare di emergenza in emergenza imponendo impianti e nuovi rifiuti su territori martoriati: Lanciano dice basta».
Tecnicamente il trattamento meccanico biologico è una tecnologia a freddo per rifiuti indifferenziati. Sfrutta processi sia meccanici che biologici come la "digestione anaerobica" e il compostaggio. I rifiuti indifferenziati che vengono trattati nell'impianto escono sotto forma di Cdr (combustibile da rifiuti) utilizzato per la produzione di energia e per alimentare cementifici o centrali termoelettriche, più note come termovalorizzatori.
Ma perché serve un impianto Tmb nella discarica di Cerratina? A rispondere è il presidente della Eco.Lan spa, l'ex Consorzio smaltimento rifiuti, Gianpanfilo Tartaglia: «Il vantaggio è per i Comuni», spiega Tartaglia, «il progetto è studiato per contenere i prezzi di smaltimento dei rifiuti che altrimenti andrebbero smaltiti in altre discariche o in impianti privati con costi maggiori».
A prevedere un impianto nell'area della discarica di Cerratina è la Regione che nel 2010 ha già recepito un progetto definitivo da parte della Eco.Lan spa. Quello che si deve decidere è solo se realizzare un impianto per 37.500 tonnellate di rifiuti, autosufficiente per i 53 comuni del consorzio, oppure uno da 75.000 tonnellate.
«Abbiamo indicato il secondo», precisa il direttore della Eco.Lan, Sandro Fantini, «perché è più economico e perché potrebbe avere costi competitivi con gli impianti privati. La Regione deve però assicurarci il flusso dei rifiuti per alimentare l'impianto che servirebbe tutto l'Ato frentano, circa 110 comuni».
L'autorizzazione al Tmb è soggetta a valutazione d'impatto ambientale, perché, come per Casoni a Chieti, una delle controindicazioni dell'impianto è l'emissione di polveri e cattivi odori. «Abbiamo previsto la costruzione di un capannone», spiega aTartaglia, «proprio per evitare la dispersione di odori».
Ma quanto costa e chi paga il Tmb? «L'impianto», spiega ancora Tartaglia, «costa 20 milioni di euro, da spalmare in 15-20 anni sulla tariffa per lo smaltimento rifiuti. Ma abbiamo già un finanziamento regionale di 3 milioni».
Al Tmb si oppone il Comune di Lanciano. «Non vogliamo altri rifiuti sul nostro territorio», tuona il sindaco Mario Pupillo, «Cerratina per noi è un capitolo chiuso ed è indisponibile ad altri impianti. «Tutta l'operazione è assolutamente non virtuosa», prosegue il primo cittadino, «chi ci assicura che i Comuni non si serviranno comunque da impianti privati? Come si giustifica nel tempo una spesa così elevata? E se i rifiuti di 110 Comuni non basteranno, dove si andrà a prenderli? Ci vuole una seria programmazione regionale, non si può passare di emergenza in emergenza imponendo impianti e nuovi rifiuti su territori martoriati: Lanciano dice basta».
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