Francesco Marfisi con la moglie Letizia Primiterra

Ortona, uccise moglie e amica: giudizio abbreviato per Marfisi

Udienza con rito abbreviato (condizionato dalla perizia psichiatrica) fissata al 22 novembre per il cinquantenne trasferito dal carcere di Lanciano a quello di Pescara

ORTONA. Femminicidio di Ortona: giudizio abbreviato condizionato per Francesco Marfisi, 50 anni, di Ortona, che lo scorso 13 aprile uccise con una ventina di coltellate la moglie, Letizia Primiterra, 47 anni, e con un’altra cinquantina di fendenti un’amica con cui la donna avrebbe avuto una relazione, Laura Pezzella, 33 anni. L’udienza è fissata per il prossimo 22 novembre. Lo scorso 16 agosto a Marfisi era stata notificato il giudizio immediato richiesto dall’avvocato difensore, Rocco Giancristofaro, di Ortona, con tanto di fissazione dell’udienza. Ora Giancristofaro ha chiesto il giudizio abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica: nel frattempo, infatti, sull’indagato è arrivata la perizia redatta dal professor Filippo Maria Ferro nella quale viene descritta nei minimi particolari la personalità di Marfisi. Dunque, il 22 novembre prossimo, il giudice delle udienze preliminari deciderà se accogliere o meno la richiesta di giudizio abbreviato condizionato: in quella occasione valuterà se ci sono gli elementi per la nomina di un perito psichiatrico da parte del tribunale.

Marfisi è rinchiuso nel carcere di Pescara con le accuse di duplice omicidio aggravato dalla crudeltà, tentato omicidio nei confronti della donna che ospitava la moglie in casa quando si verificarono i fatti, e di lesioni personali nei confronti di sua figlia incinta, rimasta ferita al cuoio capelluto mentre il padre sferrava fendenti alla moglie. Stando all’accusa formulata nell’ordinanza di custodia cautelare, il duplice omicidio fu premeditato, elaborato circa quattro mesi prima da Marfisi: un proposito giunto a maturazione il giorno prima dei delitti quando, in occasione del compleanno della moglie, incontrandola in un bar, quest’ultima si era rifiutata di accettare gli auguri dal marito, al quale disse di voler stare da sola con la sua amante e nuova compagna, con la quale aveva avuto un rapporto sessuale proprio per festeggiare quella ricorrenza.
«Francesco», spiega l’avvocato difensore Rocco Giancristofaro, «è stato trasferito agli inizi di settembre dal carcere di Lanciano a quello di Pescara perché nella casa circondariale si era sparsa la voce, infondata, di suoi precedenti penali per reati sessuali. Questa voce non è vera ma è stato maltrattato lo stesso. Lui si rende conto di quanto ha fatto, sa anche che l’ergastolo ci può stare. Appena dopo l’arresto alternava momenti di lucidità a fasi di buio e non si rendeva conto del perché si trovasse in carcere. A volte si pentiva e a volte non ricordava nulla. Ora è consapevole di ciò che è successo e piange continuamente dicendo che ha sbagliato e che deve pagare. Attendiamo il processo: su di lui deciderà il tribunale».
A conclusione delle indagini è emerso che l’uomo con un coltello ha ucciso la moglie Letizia nell’abitazione di questa nel rione San Giuseppe, e con ben due lame l’amica di lei, Laura Pezzella, nella casa di contrada Tamarete. In tutto una settantina di fendenti.
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