Ospedale, il pronto soccorso al collasso Aceto: 70 mila interventi e Tac vecchia

Sale chirurgiche aperte solo la mattina. Sanità, a settembre consiglio comunale straordinario
CHIETI. Un consiglio comunale straordinario da dedicare ai problemi della sanità teatina. «La politica locale deve intervenire con maggiore incisività sul tema della sanità», ne è convinto Liberato Aceto, capogruppo della lista «Uniti per Chieti», che con altri consiglieri ha chiesto e ottenuto per settembre un consiglio comunale incentrato esclusivamente su questo tema.
L'estate offre spunti importanti sulle priorità da affrontare. «In questo periodo aumenta l'afflusso di utenti al pronto soccorso teatino, dovuto anche alla presenza dei turisti», afferma Aceto, che lavora nella Asl locale come chirurgo. «Negli ultimi anni», riprende il medico, «siamo passati da 35mila accessi annui a 70mila circa. Questo significa che l'utenza non passa attraverso il filtro territoriale, ossia medici di base, distretti sanitari, guardia medica e ospedali minori o di periferia».
Proprio da qui parte una prima considerazione su una sanità che per il nuovo piano sanitario farà a meno degli ospedali di Casoli, Guardiagrele e Gissi. «Occorre un'analisi attenta dello stato dei fatti», continua Aceto, «per razionalizzare l'utilizzo delle risorse a disposizione e non intasare gli ospedali centrali. La medicina territoriale andrebbe potenziata e gli ospedali periferici, semmai, riconvertiti, per esempio a residenze sanitarie assistite o centri di cura per malati terminali».
Necessitano, poi, investimenti sui nosocomi centrali. «Spesso i feriti di incidenti gravi nelle aree interne della provincia, Casoli a esempio», continua il chirurgo, «vengono trasportati a Chieti, dove c'è la chirurgia generale e toracica, così come la cardiochirurgia. Eppure in questo presidio ospedaliero da anni sono attesi investimenti indispensabili».
Una medicina di eccellenza, per esempio, ha bisogno di affidarsi ad apparecchiature diagnostiche di ultima generazione. «Il parco macchine va rinnovato», aggiunge il chirurgo, «la Tac a disposizione del pronto soccorso teatino, a esempio, ha circa 20 anni d'età. Potersi avvalere di apparecchiature moderne, aiuterebbe, tra l'altro, ad abbattere i tempi di diagnosi e quindi l'attesa tra l'arrivo in ospedale e l'intervento chirurgico».
In estate, poi, vista la minor presenza di personale a causa delle ferie, la Asl dimezza il funzionamento delle sale chirurgiche teatine, fatta salva la disponibilità piena sulle urgenze. «ono previste sedute solo al mattino», osserva Aceto, «fatte salve le urgenze. Eppure la domanda di salute non diminuisce. Il riflesso è immediato sui tempi d'attesa, che si allungano. Così i pazienti, quando possono, vanno a curarsi fuori».
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