Ospedali, grande mobilitazione
Operativi tutti i reparti della Asl per ricoverati e feriti del sisma. Tre anziane arrivate a Guardiagrele senza congiunti
CHIETI. L’attività del Santissima Annunziata comincia a viaggiare oggi verso la normalità. Il comitato di crisi, coordinato dal direttore sanitario, Carlo Savino, con Michele Scesi della rianimazione, Dante Ranalletta del 118, Amedeo Budassi del pronto soccorso ed Elena Pecce del coordinamento infermieristico, ha stabilito di riprendere l’attività regolare delle sale chirugiche per lo meno sui ricoverati. Resta invece al palo l’attività programmata. Sono 37 gli scampati al terremoto che hanno trovato assistenza nell’ospedale teatino, compresa la giovane Marta, estratta dalle macerie dopo 23 ore dal sisma.
Il pronto soccorso ha operato una funzione di filtro. Sugli oltre cinquanta casi approdati a Chieti, molti sono stati semplicemente medicati a livello ambulatoriale, quindi dimessi nella stessa giornata perché non necessitavano del ricovero. Altri sei sono stati mandati a casa in seconda battuta. Degenti e feriti delle zone terremotate sono stati assegnati anche agli ospedali di Guardiagrele e Ortona.
In totale, la Asl teatina ospita al momento 59 pazienti collegati all’emergenza sisma. Otto sono al Santissima Immacolata di Guardiagrele, 14 al Bernabeo di Ortona. «La situazione è sotto controllo», assicura Savino, «anche grazie alla grande generosità degli abruzzesi. Ieri abbiamo avuto 75 donazioni di sangue al centro trasfusionale. Da premiare la lodevole dedizione del personale, che non si è risparmato mai nei turni e nella disponibilità lavorativa».
LA STORIA. Tra i tanti casi in questi giorni sotto i riflettori c’è quello di una famiglia in fuga dal terremoto che aveva deciso di riunirsi al policlnico. «Una donna in mattinata ha portato due donne anziane», racconta Amedeo Budassi, primario del pronto soccorso teatino, «alla sera è tornata con due uomini, anch’essi anziani. In pratica facevano tutti parte di una stessa famiglia. Ci hanno chiesto di essere ricoverati nella stessa corsia, ma il quadro clinico che li caratterizzava non era compatibile e non abbiamo potuto soddisfare questo loro desiderio, ma la tenerezza che hanno suscitato in tutti noi è stata grande».
ASSISTENZA. Di fronte al richiamo della emergenza sisma, il personale del pronto soccorso non ha tentennato a rimanere in corsia 24 ore di seguito, così come hanno fatto tanti altri dipendenti dal centro trasfusionale, delle aree mediche e di altri comparti.
Ieri, nella rianimazione del Santissima Annunziata, c’erano sei ricoverati, cinque sgomberati dall’omologo reparto dell’ospedale San Salvatore oltre a una donna gravemente ferita sotto le macerie del terremoto.
ORTONA. Attività a pieno regime per fronteggiare la situazione dei terremotati anche al Bernabeo di Ortona. Dopo i trasferimenti dal San Salvatore, il numero dei nuovi ingressi è destinato a crescere nelle prossime ore, quindi permane lo stato d’allerta di tutto il personale medico e infermieristico, in questi giorni sempre al gran completo. Dei 14 attualmente ricoverati a Ortona, cinque sono stati assegnati al reparto di chirurgia, di questi uno accusa un grave trauma toracico. Altri sei sono ricoverati in ortopedia, dei quali solo uno è nelle peggiori condizioni per i postumi di una frattura all’anca e di una doppia frattura alla spalla. Infine tre sono a medicina, con un paziente affetto da ischemia cardiaca. I casi più complessi e molto traumatizzati sono stati tutti sottoposti a interventi d’urgenza. A causa della situazione di criticità, si è deciso di riaprire il reparto di otorino grazie alle disponibilità degli operatori e di alcuni medici che hanno deciso di rientrare da un periodo di ferie.
L’ospedale Bernabeo è pronto ad accogliere altre vittime della tragedia aquilana garantendo la massima disponibilità di reparti e personale 24 ore su 24. Nei prossimi giorni è previsto un potenziamento delle unità infermieristiche, con nuove presenze di assistenti sociali e psicologici che cercheranno di portare conforto ai ricoverati e ai loro parenti, per questi ultimi si stanno studiando forme di ospitalità da parte di famiglie ortonesi.
Una solidarietà dalle mille forme, anche da parte di tanti cittadini che stanno dimostrando in queste ore una grande sensibilità nei confronti dei corregionali colpiti dalla tragedia del terremoto. Numerose iniziative di raccolta di generi di prima necessità sono state allestite a Ortona, come quella di questa mattina, dalle 10 alle 13, nella sede del catechismo, a San Tommaso, dove sarà preferibile conferire pannolini, omogeneizzati, latte a lunga scadenza, alimenti a lunga conservazione, casse d’acqua e vestiti. Tra i primi a intervenire sul luogo, la sezione locale della Croce Rossa Italiana individuata come principale referente della Provincia di Chieti sul fronte della raccolta di beni primari. «E’ incessante i lavoro degli operatori, degli scout e dei volontari che stanno preparando e catalogando pacchi che partiranno per i centri dell’Aquila e provincia» assicurano i rappresentanti dell’associazione di soccorso, «nei giorni scorsi abbiamo già movimentato molte merci e in questa giornata si muoverà anche un Tir carico di casse d’acqua».
GUARDIAGRELE. Le scosse si avvertono anche qui, chiare e forti, come quella di ieri sera poco prima delle 20. Ma la città del ferro battuto si è lucidamente calata in una visione di solidarietà con il capoluogo d’Abruzzo devastato dal sisma. L’assessore Simone Dal Pozzo, delega alla protezione civile, ha comunicato in prefettura la disponibilità del nucleo guardiese a collaborare alle operazioni in corso all’Aquila. Il contatto più ravvicinato con il terremoto si vive però in ospedale, dove al momento sono cinque i ricoveri fatti col dispositivo dello smistamento dell’emergenza sanitaria. «Si tratta di casi in linea con la specialità prevalente di medicina del Santissima Immacolata», spiega il direttore sanitario, il professor Bruno Errichi, «e rimaniamo pronti ad accogliere altri pazienti anche se per ora non ci hanno anticipato ulteriori arrivi».
Dopo l’approdo in elicottero a Pescara, in ambulanza sono arrivate qui tre anziane donne, simbolo a loro modo di un’amarezza atroce nella tragedia. Per due di loro, difatti, non c’erano parenti a accompagnarle, un abbandono confermato anche dalla centrale della Protezione civile allestita sul luogo del disastro, da dove giunge la conferma che nessuno si è finora interessato alla sorte delle tre donne, da diversi giorni ricoverate al San Salvatore. Ora sono sistemate nel reparto di geriatria. Nella lista dei cinque nuovi arrivati spicca la presenza di uno degli studenti estratti lunedì mattina dalla Casa dello studente in via XX Settembre. Al momento si conoscono pochi particolari, ma almeno si esclude che sia in pericolo di vita.
Tra i nuovi arrivi un ventunenne originario di un piccole paese del Brindisino, all’università aquilana frequenta il secondo anno di ingegneria e architettura. Da Barisciano proviene invece un uomo anziano ricoverato venerdì scorso al San Salvatore dopo essere stato colpito da un ictus. I suoi parenti vengono ospitati a spese del Comune in un hotel in periferia, non lontano dall’ospedale.
Il pronto soccorso ha operato una funzione di filtro. Sugli oltre cinquanta casi approdati a Chieti, molti sono stati semplicemente medicati a livello ambulatoriale, quindi dimessi nella stessa giornata perché non necessitavano del ricovero. Altri sei sono stati mandati a casa in seconda battuta. Degenti e feriti delle zone terremotate sono stati assegnati anche agli ospedali di Guardiagrele e Ortona.
In totale, la Asl teatina ospita al momento 59 pazienti collegati all’emergenza sisma. Otto sono al Santissima Immacolata di Guardiagrele, 14 al Bernabeo di Ortona. «La situazione è sotto controllo», assicura Savino, «anche grazie alla grande generosità degli abruzzesi. Ieri abbiamo avuto 75 donazioni di sangue al centro trasfusionale. Da premiare la lodevole dedizione del personale, che non si è risparmato mai nei turni e nella disponibilità lavorativa».
LA STORIA. Tra i tanti casi in questi giorni sotto i riflettori c’è quello di una famiglia in fuga dal terremoto che aveva deciso di riunirsi al policlnico. «Una donna in mattinata ha portato due donne anziane», racconta Amedeo Budassi, primario del pronto soccorso teatino, «alla sera è tornata con due uomini, anch’essi anziani. In pratica facevano tutti parte di una stessa famiglia. Ci hanno chiesto di essere ricoverati nella stessa corsia, ma il quadro clinico che li caratterizzava non era compatibile e non abbiamo potuto soddisfare questo loro desiderio, ma la tenerezza che hanno suscitato in tutti noi è stata grande».
ASSISTENZA. Di fronte al richiamo della emergenza sisma, il personale del pronto soccorso non ha tentennato a rimanere in corsia 24 ore di seguito, così come hanno fatto tanti altri dipendenti dal centro trasfusionale, delle aree mediche e di altri comparti.
Ieri, nella rianimazione del Santissima Annunziata, c’erano sei ricoverati, cinque sgomberati dall’omologo reparto dell’ospedale San Salvatore oltre a una donna gravemente ferita sotto le macerie del terremoto.
ORTONA. Attività a pieno regime per fronteggiare la situazione dei terremotati anche al Bernabeo di Ortona. Dopo i trasferimenti dal San Salvatore, il numero dei nuovi ingressi è destinato a crescere nelle prossime ore, quindi permane lo stato d’allerta di tutto il personale medico e infermieristico, in questi giorni sempre al gran completo. Dei 14 attualmente ricoverati a Ortona, cinque sono stati assegnati al reparto di chirurgia, di questi uno accusa un grave trauma toracico. Altri sei sono ricoverati in ortopedia, dei quali solo uno è nelle peggiori condizioni per i postumi di una frattura all’anca e di una doppia frattura alla spalla. Infine tre sono a medicina, con un paziente affetto da ischemia cardiaca. I casi più complessi e molto traumatizzati sono stati tutti sottoposti a interventi d’urgenza. A causa della situazione di criticità, si è deciso di riaprire il reparto di otorino grazie alle disponibilità degli operatori e di alcuni medici che hanno deciso di rientrare da un periodo di ferie.
L’ospedale Bernabeo è pronto ad accogliere altre vittime della tragedia aquilana garantendo la massima disponibilità di reparti e personale 24 ore su 24. Nei prossimi giorni è previsto un potenziamento delle unità infermieristiche, con nuove presenze di assistenti sociali e psicologici che cercheranno di portare conforto ai ricoverati e ai loro parenti, per questi ultimi si stanno studiando forme di ospitalità da parte di famiglie ortonesi.
Una solidarietà dalle mille forme, anche da parte di tanti cittadini che stanno dimostrando in queste ore una grande sensibilità nei confronti dei corregionali colpiti dalla tragedia del terremoto. Numerose iniziative di raccolta di generi di prima necessità sono state allestite a Ortona, come quella di questa mattina, dalle 10 alle 13, nella sede del catechismo, a San Tommaso, dove sarà preferibile conferire pannolini, omogeneizzati, latte a lunga scadenza, alimenti a lunga conservazione, casse d’acqua e vestiti. Tra i primi a intervenire sul luogo, la sezione locale della Croce Rossa Italiana individuata come principale referente della Provincia di Chieti sul fronte della raccolta di beni primari. «E’ incessante i lavoro degli operatori, degli scout e dei volontari che stanno preparando e catalogando pacchi che partiranno per i centri dell’Aquila e provincia» assicurano i rappresentanti dell’associazione di soccorso, «nei giorni scorsi abbiamo già movimentato molte merci e in questa giornata si muoverà anche un Tir carico di casse d’acqua».
GUARDIAGRELE. Le scosse si avvertono anche qui, chiare e forti, come quella di ieri sera poco prima delle 20. Ma la città del ferro battuto si è lucidamente calata in una visione di solidarietà con il capoluogo d’Abruzzo devastato dal sisma. L’assessore Simone Dal Pozzo, delega alla protezione civile, ha comunicato in prefettura la disponibilità del nucleo guardiese a collaborare alle operazioni in corso all’Aquila. Il contatto più ravvicinato con il terremoto si vive però in ospedale, dove al momento sono cinque i ricoveri fatti col dispositivo dello smistamento dell’emergenza sanitaria. «Si tratta di casi in linea con la specialità prevalente di medicina del Santissima Immacolata», spiega il direttore sanitario, il professor Bruno Errichi, «e rimaniamo pronti ad accogliere altri pazienti anche se per ora non ci hanno anticipato ulteriori arrivi».
Dopo l’approdo in elicottero a Pescara, in ambulanza sono arrivate qui tre anziane donne, simbolo a loro modo di un’amarezza atroce nella tragedia. Per due di loro, difatti, non c’erano parenti a accompagnarle, un abbandono confermato anche dalla centrale della Protezione civile allestita sul luogo del disastro, da dove giunge la conferma che nessuno si è finora interessato alla sorte delle tre donne, da diversi giorni ricoverate al San Salvatore. Ora sono sistemate nel reparto di geriatria. Nella lista dei cinque nuovi arrivati spicca la presenza di uno degli studenti estratti lunedì mattina dalla Casa dello studente in via XX Settembre. Al momento si conoscono pochi particolari, ma almeno si esclude che sia in pericolo di vita.
Tra i nuovi arrivi un ventunenne originario di un piccole paese del Brindisino, all’università aquilana frequenta il secondo anno di ingegneria e architettura. Da Barisciano proviene invece un uomo anziano ricoverato venerdì scorso al San Salvatore dopo essere stato colpito da un ictus. I suoi parenti vengono ospitati a spese del Comune in un hotel in periferia, non lontano dall’ospedale.