Porta Terna in tribunale a Lanciano per riprendersi il terreno

Ferita negli scontri tra tecnici della società e manifestanti, Franca Colanero continua in aula la sua battaglia: "L’immissione fu sospesa e mai conclusa"

LANCIANO. Si è ritrovata con i fili dell’elettrodotto Villanova-Gissi, ad altissima tensione, che passano da un pilone all’altro sul proprio terreno in contrada Sant’Onofrio, senza che venisse perfezionata e formalizzata in alcun modo l’immissione in possesso da parte di Terna. Per questa ragione Franca Colanero ha avviato l’azione legale contro la società per riprendersi il suo terreno.

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I FATTI. Lo scorso 8 luglio doveva essere una giornata come tante nella fitta agenda delle immissioni in possesso da parte dei tecnici della società elettrica nazionale. Fino ad allora, a Lanciano e nei territori vicini, tutto si era svolto regolarmente con i tecnici che materialmente entravano nel terreno e i proprietari che ne prendovano atto firmando il documento di immissione in possesso. Ma a Sant’Onofrio quel giorno qualcosa è scattato. È bastato che alcuni tecnici di Terna tentassero di forzare il cordone di ragazzi, uomini e donne che delimitavano il podere, per far esplodere la protesta. Urla, spinte, cadute -tra cui quella del perito Antonio Di Pasquale- e malori. Franca, che nei tafferugli era rimasta ferita dopo essere caduta a terra, era stata perfino soccorsa da un’ambulanza del 118. Una protesta pacifica di manifestanti e proprietari terrieri che si opponevano all’entrata dei tecnici Terna sulle loro proprietà, si era trasformata in una scena drammatica con feriti, tafferugli, decine di denunce da ambo le parti e centinaia di fotografie e registrazioni con telefonini e tablet. Sul terreno di Sant’Onofrio, oltre a diversi amministratori del Comune di Lanciano, erano accorsi anche numerosi agenti delle forze dell’ordine che, però, inizialmente non avevano potuto evitare gli scontri. Solo dopo diverse ore di attesa e tensione, la polizia aveva dichiarato sospesa l’immissione sui terreni di Franca Colanero e di suo marito Aurelio Del Bello.

LA SOCIETÀ TERNA. Sono decine le cause di rilevanza civile e penale pendenti nel tribunale di Lanciano. Per i fatti dell’8 luglio anche Terna si è sentita parte lesa. «I tecnici di Terna Rete Italia», aveva sostenuto la società in una nota, «si erano recati per svolgere le attività di immissione in possesso per la realizzazione dell’elettrodotto Villanova-Gissi. Mentre operavano, come sempre, nel pieno rispetto dei tempi e delle modalità previste dal decreto di autorizzazione dell’opera e della normativa in materia, sono stati immotivatamente aggrediti e insultati. Le conseguenze sono documentate in referti ospedalieri che hanno prescritto prognosi variabili dai 15 ai 30 giorni».

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L’AZIONE LEGALE. «Dopo l’8 luglio», interviene il tecnico Antonio Di Pasquale che rappresenta e difende le ragioni di diversi proprietari terrieri coinvolti nell’opera infrastrutturale, «la signora Franca non ha ricevuto, come di rito, un nuovo decreto di immissione in possesso, ma di contro si è vista realizzare comunque l’opera. Attraverso l’avvocato Pietro Silvestri del foro di Lanciano la signora ha così avviato l’azione di reintegra del proprio bene nei confronti di Terna. Non riconoscere i diritti della signora», prosegue Di Pasquale, «è praticamente impossibile a mio parere. Di contro, riconoscerli, significherebbe ordinare alla società Terna l’immediata rimozione delle opere e di ogni altro ostacolo presente sul fondo e quindi il collegamento tra il sostegno numero 95 e numero 95/1 dovrebbe essere rimosso».

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