Guardiagrele

Rapina al negozio con le pistole: un’intera famiglia indagata

16 Febbraio 2025

Sei indagati tra cui madre, patrigno, figlia e fidanzato, tutti accusati di concorso in rapina aggravata per il raid, fruttato poche centiania di euro, nell’alimentari “Magia verde” di Guardiagrele

GUARDIAGRELE. Ci sono sei indagati nell’inchiesta sulla rapina con le pistole messa a segno a Guardiagrele, lo scorso 7 gennaio, nel negozio di alimentari “Magia verde”. Nei guai è finita un’intera famiglia: madre, patrigno e figlia con il fidanzato. Il raid ha fruttato ai malviventi poche centinaia di euro, ma l’episodio ha creato un certo allarme nella contrada di Villa San Vincenzo. A identificare i presunti responsabili, ritenuti coinvolti a vario titolo nell’episodio, sono stati i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Chieti. Gli investigatori hanno sequestrato anche una pistola a salve modificata e idonea allo sparo e una scacciacani, entrambe utilizzate probabilmente durante l’assalto.

Sono accusati di concorso in rapina aggravata, un reato punito con la reclusione da sei a vent’anni, i componenti di una famiglia residente a Castel Frentano, ovvero un 42enne, la convivente della stessa età, la figliastra di 20 anni e il compagno di quest’ultima di 26. Risultano indagati anche un 43enne di Altino e un 39enne di Perano. Quel pomeriggio, poco prima delle sei, tre banditi sono arrivati davanti all’attività commerciale di via Sciusciardo a bordo di una vecchia Fiat Punto: il conducente è rimasto nell’auto, mentre i due complici – pistole in pugno – hanno fatto irruzione nel negozio. In quel momento c’erano la proprietaria, una commessa e un cliente. La titolare, temendo un’eventuale reazione violenta, non ha opposto alcuna resistenza e ha permesso ai banditi di prendere i circa 400 euro contenuti nella cassa. «Tutto», ha raccontato la commerciante, «è avvenuto in pochissimi secondi: presi dalla tensione, non abbiamo avuto nemmeno il tempo di pensare. Ci siamo solo augurati che non usassero la forza e che qualcuno si facesse male, così abbiamo assistito inermi alla rapina». 

Arraffati i soldi, i banditi si sono dati alla fuga in auto. Le indagini dei carabinieri sono scattate immediatamente. Gli investigatori sono subito risaliti alla targa della macchina dei rapinatori. La Fiat Punto è stata rintracciata a Castel Fretano, davanti a casa di un 42enne. A quel punto è scattata la perquisizione. All’interno dell’abitazione, dove si trovavano le sei persone attualmente indagate, sono stati sequestrati i vestiti indossati durante l’assalto, un passamontagna e le pistole di cui sopra. Il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Marika Ponziani ha disposto le analisi sulle memorie dei cellulari sequestrati agli indagati il giorno della perquisizione: gli accertamenti tecnici, indispensabili per ricostruire contatti e movimenti, sono stati affidati al consulente Mirko Di Salvatore. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giacinto e Giovanna Ceroli, Gaetano Pedullà e Tristana Di Bucchianico.

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