Truffata con il numero della polizia: «Così ho perso oltre 47mila euro»

La 50enne riceve una telefonata da un uomo che si presenta come un ispettore e la invita a spostare i soldi su un conto corrente sicuro, ma è un imbroglio
CHIETI. Nuovo episodio di frode attraverso il telefono. Questa volta a essere raggirata è una cinquantenne di Chieti. L’imbroglione si presenta come un ispettore di polizia e la invita a trasferire i soldi su un conto corrente sicuro. «In questo modo ho perso oltre 47mila euro», così inizia il racconto della malcapitata che è difesa dall’avvocato Stefano Azzariti. Tutto inizia alle 14.52 di alcuni giorni fa.
L’interlocutore, voce maschile con inflessioni dialettali del sud Italia, si spaccia per un operatore di un’agenzia bancaria di Chieti e avvisa la signora di anomali “tentativi” di movimenti sul suo conto corrente. La cinquantenne è invitata a recarsi in filiale per mettere al sicuro i propri soldi su un «deposito amministrativo». Scatta la seconda fase: la signora riceve una telefonata dal numero fisso della questura di Chieti.
Tale circostanza è resa possibile grazie all’esistenza di programmi e strumenti informatici, utilizzati dai malviventi, che sono in grado di trasformare l’identificativo del numero di telefono chiamante con un numero a piacere inserito dai truffatori che in questo caso, artatamente, coincideva con un interno della questura facilmente rintracciabile sui siti internet, mentre in realtà le telefonate avvengono tramite una linea VoIP, ovvero che sfrutta la rete internet.
Dall’altro lato della cornetta una voce maschile si qualifica come un ispettore, dando nome e cognome. «Mi ha confermato di essere a conoscenza di quanto mi aveva già detto, poco prima, l’impiegato di banca, che c’erano in corso indagini e che già era partita una segnalazione per evitare eventuali movimenti», racconta la donna. Passano un paio di minuti e si rifà vivo il primo chiamante che invita la donna a recarsi nella sua filiale. L’uomo non interrompe mai la telefonata. La cinquantenne si fida, corre in filiale; e poi: ha ricevuto una telefonata con il numero della Questura.
Si entra nell’ultima fase della truffa, la richiesta di bonifico urgente su un altro conto corrente, di cui viene assicurato essere sicuro e inattaccabile, con tanto di Iban, dell’intera somma presente sul conto: 47.810,79 euro. Il truffatore resta sempre al telefono per assicurarsi che la malcapitata esegua per filo e per segno tutte le sue indicazioni. Prima di salutare c’è un’ultima raccomandazione: le dice di recarsi subito negli uffici della questura per sporgere denuncia.
È ben lieta la signora di raccontare quanto le stava accadendo se non avesse incontrato delle brave persone, come quell’ispettore sentito per telefono poc’anzi e che la stava aspettando in ufficio. Quando le dicono che non esiste nessun funzionario con quel nome inizia a capire, la verità le si appalesa davanti così drammaticamente beffarda: è stata vittima dell’ennesima truffa che viaggia su linee telefoniche.
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