VASTO
Rinviata l'udienza sull'esplosione di 3 anni fa, cambio di avvocati e un indagato assente
Nuova data fissata per il 3 ottobre. Per la tragedia alla Sabino Esplodenti (come quella di ieri) in nove rischiano il processo per omcidio colposo. Davanti al tribunale alcuni operai della fabbrica
VASTO. E' iniziata ed è stata sospesa la prima udienza in tribunale sulla tragedia del 2020 alla Sabina Esplodenti, quando un'identica esplosione come quella di ieri provocò tre morti. AI giudice Anna Rosa Capuozzo è giunta in apertura la richiesta di rinvio per la morte dell'avvocato Barbetta che difendeva la società. E' stato nominato un nuovo legale che però deve prendere conoscenza del fascicolo. Inoltre uno degli indagati, Giustiniano Tiberio, ha presentato un certificato di malattia a seguito di un malore avuto ieri subito dopo che aveva appreso della nuova esplosione (legittimo impedimento). L'udienza è stata così rinviata al 3 ottobre. Davanti al tribunale hanno atteso alcuni operai della Sabino Esplodenti.
Il giudice deve decidere se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio da parte dalla Procura di: Gianluca Salvatore, 53 anni di Lanciano, residente a Pescara, legale rappresentante e presidente del consiglio di amministrazione della Esplodenti Sabino spa; Sabino Salvatore, 55, nativo di Pescara e residente a Vasto, amministratore delegato; i consiglieri del cda Massimo, Gabriella e Marco Salvatore, rispettivamente di 53, 89 e 48 anni, tutti residenti a Lanciano; Giustiniano Tiberio, 44, di Casalbordino, direttore dello stabilimento; Stefano Stivaletta, 38, di Vasto, responsabile del servizio di protezione e prevenzione; Paolo Iocco, 51, di Casalbordino, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; e Carlo Piscopo, 55, anche lui di Casalbordino, capo reparto. Devono tutti rispondere di omicidio colposo plurimo aggravato, perché «commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro», e disastro colposo.
La Sabino Esplodenti è invece imputata per responsabilità amministrativa. I nove imputati sono accusati di aver provocato il decesso dei tre dipendenti per «colpa generica, consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, e colpa specifica», dovuta alla violazione di 15 norme antinfortunistiche.
Nel 2020 persero la vita gli operai Spinelli, 54 anni di Casalbordino, i 45enni Pepe di Pollutri e Colameo di Guilmi.