«Saluti da Pietro Savastano» Denunciato per minacce
Pensionato accusato di intimidazioni per il biglietto recapitato a un commerciante La difesa: «Non ha scritto lui quella frase, chiederemo la perizia calligrafica»
VASTO . Scherzare usando il nome di personaggi di fantasia, che vengono comunque identificati con il crimine, può costare caro. Ne sa qualcosa un pensionato di Vasto marina, vittima inconsapevole di uno scherzo di dubbio gusto. Qualcuno, probabilmente solo per divertirsi, ha fatto recapitare a suo nome ad un commerciante della riviera, un biglietto di saluti firmato “don Pietro Savastano”, personaggio di fantasia della serie televisiva Gomorra. Don Pietro Savastano è il più potente, il più temuto e, quindi, il più rispettato dei capi clan della fiction ambientata nel Napoletano. Un importante boss della camorra.
Quel saluto è stato quindi interpretato, da chi lo ha ricevuto, come minaccia e intimidazione e come tale denunciato. Risultato: il prossimo 13 febbraio il pensionato dovrà comparire davanti al giudice di pace per rispondere di intimidazioni e minacce. «Non ha scritto lui quel biglietto, chiederemo una perizia calligrafica», fanno sapere i familiari dell’imputato. Lui è molto dispiaciuto. Non riesce ad immaginare chi possa averlo messo nei guai. La vicenda, che sarà rivissuta davanti al giudice fra venti giorni, risale alla scorsa estate. Un settantenne ha portato ad un commerciante della Marina un biglietto a nome del pensionato. Su quel biglietto c’era un telegrafico messaggio. “Saluti da don Pietro Savastano”. In quel periodo la serie di Gomorra era seguitissima e i metodi violenti del protagonista, Pietro Savastano, piuttosto noti.
Il negoziante si è spaventato ed ha interpretato quel biglietto come una minaccia. Uscito dal negozio ha raggiunto la caserma dei carabinieri presentando una denuncia contro il pensionato. In realtà l’anziano non avrebbe mai scritto né mandato messaggi. Probabilmente non sa neppure chi è don Pietro Savastano. È evidente che chi ha pensato alla burla non credeva che potesse finire in un’aula giudiziaria. Il difensore dell’accusato cercherà di dimostrare attraverso una perizia calligrafica l’estraneità ai fatti dell’imputato, chiedendo che venga identificato il messaggero che ha consegnato il biglietto e attraverso quest’ultimo si possa risalire all’autore o agli autori dello scherzo di dubbio gusto. Chi conosce i protagonisti e la loro mitezza è convinto che si sia trattato di un gesto goliardico in stile “Amici miei”, pensato frettolosamente al bar senza neppure riflettere sulle possibili conseguenze, solo per divertirsi un po’. L’imputato, però, non si è divertito affatto. In città lo descrivono come un tranquillo padre di famiglia, decisamente diverso dal boss di Scampia. Tant’è che il solo pensiero di dover comparire davanti ad un magistrato lo sconvolge. Particolare che lo stesso giudice avrà modo di verificare il prossimo 13 febbraio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Quel saluto è stato quindi interpretato, da chi lo ha ricevuto, come minaccia e intimidazione e come tale denunciato. Risultato: il prossimo 13 febbraio il pensionato dovrà comparire davanti al giudice di pace per rispondere di intimidazioni e minacce. «Non ha scritto lui quel biglietto, chiederemo una perizia calligrafica», fanno sapere i familiari dell’imputato. Lui è molto dispiaciuto. Non riesce ad immaginare chi possa averlo messo nei guai. La vicenda, che sarà rivissuta davanti al giudice fra venti giorni, risale alla scorsa estate. Un settantenne ha portato ad un commerciante della Marina un biglietto a nome del pensionato. Su quel biglietto c’era un telegrafico messaggio. “Saluti da don Pietro Savastano”. In quel periodo la serie di Gomorra era seguitissima e i metodi violenti del protagonista, Pietro Savastano, piuttosto noti.
Il negoziante si è spaventato ed ha interpretato quel biglietto come una minaccia. Uscito dal negozio ha raggiunto la caserma dei carabinieri presentando una denuncia contro il pensionato. In realtà l’anziano non avrebbe mai scritto né mandato messaggi. Probabilmente non sa neppure chi è don Pietro Savastano. È evidente che chi ha pensato alla burla non credeva che potesse finire in un’aula giudiziaria. Il difensore dell’accusato cercherà di dimostrare attraverso una perizia calligrafica l’estraneità ai fatti dell’imputato, chiedendo che venga identificato il messaggero che ha consegnato il biglietto e attraverso quest’ultimo si possa risalire all’autore o agli autori dello scherzo di dubbio gusto. Chi conosce i protagonisti e la loro mitezza è convinto che si sia trattato di un gesto goliardico in stile “Amici miei”, pensato frettolosamente al bar senza neppure riflettere sulle possibili conseguenze, solo per divertirsi un po’. L’imputato, però, non si è divertito affatto. In città lo descrivono come un tranquillo padre di famiglia, decisamente diverso dal boss di Scampia. Tant’è che il solo pensiero di dover comparire davanti ad un magistrato lo sconvolge. Particolare che lo stesso giudice avrà modo di verificare il prossimo 13 febbraio.
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