San Salvo, morto il capo scout in agonia da 24 giorni

Eugenio Di Petta, 45 anni, si è spento all’ospedale di Teramo dov’era ricoverato da fine settembre dopo essere stato colpito da malore

SAN SALVO. Non ce l'ha fatta Eugenio Di Petta. Il cuore del capo scout e fisioterapista osteopata all’Istituto San Francesco d’Assisi di Vasto marina, colpito la sera del 27 settembre da un ictus, si è fermato per sempre venerdì sera. Alle 21,50 le macchine a cui era collegato hanno iniziato a suonare denunciando l’arresto cardiaco. L’immediato intervento dei medici è stato inutile. Per trenta lunghi minuti i soccorritori hanno provato a riattivare il suo cuore. Purtroppo il monitor è rimasto irrimediabilmente piatto.

Di Petta, 45 anni, è stato stroncato da un infarto fulminante. La famiglia aveva acconsentito alla donazione dei suoi organi ma non c’è stato il tempo di prelevarli. Eugenio Di Petta se n’è andato all’improvviso dopo 24 giorni di agonia nel reparto di rianimazione dell’ospedale Mazzini di Teramo. Per giorni la famiglia e gli amici hanno sostenuto la sua lotta. Proprio quando tutti cominciavano a sperare in un suo ritorno, Eugenio è andato via per sempre.

Un’intera città è in lutto e così pure i colleghi della Fondazione Padre Alberto Mileno e i gruppi scout. Il terapista aveva abbracciato lo scoutismo ventuno anni fa. Quando ha avvertito i sintomi del male che poi lo avrebbe ucciso, Eugenio Di Petta era in chiesa. A casa è sopraggiunta una ischemia cerebrale. I soccorsi e l’immediato trasferimento a Teramo non sono serviti a fargli riprendere conoscenza. A tenerlo in vita per 24 giorni sono state le macchine.

Impegnato sul lavoro ma anche con i gruppi scout, è stato uno dei fondatori del gruppo sansalvese nel 1995. Ricordava sempre con orgoglio e nostalgia l’incontro con papa Giovanni Paolo II a Roma nel 1998. Attivo e amante della natura, era un appassionato di nordic walking. Non a caso aveva frequentato la scuola italiana di camminata nordica. Il 26 settembre aveva rivelato dalla sua pagina di facebook di avere percorso 4,86 chilometri camminando con le stecche in riva al mare e postato una foto con la moglie scattata alle isole Tremiti. «Vogliamo ricordarlo così. Uno sportivo pieno di vita», hanno detto ieri in lacrime gli amici. Inenarrabile il dolore della moglie Rosita e dei suoi tre figli. «È stata una persona generosa e buona. La sua morte è una grande perdita», hanno detto i colleghi del San Francesco.

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