Stellantis, altro fermo di due settimane 

L’azienda allunga la cassa integrazione dal 4 al 17 novembre ma “solo” per 1.500 dipendenti e recupera in parte il terzo turno

ATESSA. Prosegue di altre due settimane la cassa integrazione (Cigo) nello stabilimento Stellantis di Atessa, dal 4 novembre a tutto il 17 novembre compreso. Ma accanto al provvedimento che sta interessando la fabbrica dei furgoni commerciali leggeri, ormai da cinque mesi ininterrottamente, nelle comunicazioni aziendali di ieri pomeriggio si leggono deboli segnali di ripresa. La Cigo, infatti, secondo quanto riferito al comitato esecutivo di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf interesserà non più l'intero plant, ma soltanto un numero massimo di 1.500 dipendenti. Ancora, un altro cenno di recupero è il fatto che il terzo turno, sospeso a luglio per mancanza di ordinativi, a breve sarà riattivato parzialmente, proprio per far fronte a un incremento delle richieste di volumi nel mese di novembre.
Dopo una metà anno drammatica queste notizie appaiono oggi come un flebile raggio di sole, ancora titubante, ma quanto basta per agganciarsi alla speranza di una ripresa più decisa. Lo stabilimento Stellantis sta vivendo la crisi produttiva più lunga e drammatica degli ultimi anni. Dal 2008 non si vedeva un ricorso alla cassa integrazione così massiccio, il tutto nel bel mezzo di una crisi economica mondiale, con i prezzi delle materie prime, soprattutto acciaio e materiali elettronici schizzati alle stelle, una pandemia i cui effetti sono tutt'altro che archiviati e l'epocale transizione ecologica, che vedrà il mondo automotive completamente stravolto. Entro il 2035 l'Europa ha detto stop ai motori endotermici per una definitiva svolta verso l'elettrico.
Al momento però, nonostante Stellantis sia già molto avanti nella tecnologia delle auto elettriche e si dichiara pronta a smantellare completamente le linee dei motori a diesel e benzina con cinque anni di anticipo, nella ex Sevel gli ordinativi riguardano ancora i furgoni a motore termico e sono pochissimi finora i veicoli elettrici sia costruiti che acquistati. Una prospettiva che tiene in allarme i sindacati anche per quanto riguarda la filiera dell'indotto. La crisi dei volumi è tuttavia globale. La produzione Stellantis è in rosso, -31,7% di veicoli prodotti nei primi 9 mesi del 2024. Secondo un recente report della Fim Cisl, per la prima volta tutti gli stabilimenti sono in negativo e perdono sia le auto (-40,7%) che i veicoli commerciali (-10,2%). Stellantis Atessa, con numeri positivi nel primo trimestre, attualmente registra il -10,2%.
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