LA STORIA
Studente 19enne innamorato pazzo della ex, ma l'amore si trasforma in atti persecutori
Lui è di Lanciano: telefonate, messaggi a tutte le ore, pedinamenti anche verso i familiari e l'insegnante affinché leggesse una poesia d'amore in classe. Ora il giudice vieta al giovane di avvicinarsi a meno di 300 metri da lei
CHIETI. Studente di 19 anni innamorato perde la testa per la ragazza che l'ha lasciato. Fino a perseguitarla con messaggi, telefonate, fino a pedinarla. E questo malgrado i tentativi fatti con le buone di fargli capire che sarebbe stato il caso di smetterla. Ma lui, che è di Lanciano, ha continuato e ha reso "impossibile" la vita di lei, che è di Chieti. Ora a prendere provvedimenti contro il ragazzo è il giudice di Chieti che su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Marika Ponziani e dopo le indagini della polizia, ha disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ragazza con obbligo di mantenersi ad una distanza di almeno 300 metri, vietandogli nel contempo anche di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai familiari di lei.
Secondo l'accusa, il giovane non ha accettato la fine della relazione, durata 7 mesi, e per convincere la ragazza a riallacciare i rapporti ha attuato una sistematica attività di persecuzione nei confronti non solo della ex fidanzata ma anche dei suoi genitori e della sorella nonché dei suoi compagni di scuola. Atti persecutori (stalking): decine di messaggi, sia sms che vocali, nonché videochiamate effettuate quotidianamente, pedinamenti nei confronti della ragazza e dei suoi familiari, anche nei luoghi di lavoro di questi ultimi.
Dopo il blocco delle telefonate attivato della vittima, il 19enne si sarebbe reso autore di continue telefonate anonime arrivando a superare le cento telefonate al giorno. L'attività persecutoria è stata attuata anche tramite messaggi telefonici inviati di notte ad una insegnante della giovane per convincerla a leggere in aula una poesia d'amore dedicata alla ragazza.
L'indagine è stata condotta dalla Seconda sezione della squadra mobile di Chieti specializzata per i reati contro la persona, in particolare per violenze di genere ed in danno di minori, e sono emersi tutti gli episodi riferiti dalla vittima e dai suoi familiari ricostruendo gli spostamenti e del giovane da Lanciano a Chieti ed anche in provincia di Pescara dove la ragazza è andata con la sua famiglia.