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«Tagli ai super morosi dell’acqua»

Il presidente Scutti: servizio sospeso solo a chi non paga da anni

LANCIANO. «Sospendiamo il servizio solo dopo anni di mancati pagamenti e non dopo la prima bolletta come fanno altre aziende. Poi è grazie anche al recupero della morosità che abbiamo programmato investimenti, mantenuto le tariffe basse e scongiurato l’avvento di una gestione privata dell’acqua».

È la risposta del presidente della Sasi, Domenico Scutti, al comitato “Acqua bene comune” che giovedì ha consegnato alla società che gestisce il servizio idrico, 103 diffide per chiedere l’eliminazione della quota di remunerazione del capitale investito dalle bollette dell’acqua, visto che è stato abolito con il referendum due anni fa e pesa per il 7% sulle tariffe e ha chiesto alla Sasi di recuperare le morosità, ma senza spese legali e procedendo con un distacco parziale dell’acqua per le famiglie in difficoltà. Ha chiesto infine di verificare se sia corretto che a riscuotere il recupero dei crediti siano gli avvocati, sui propri conti, invece della Sasi.

«Le notizie del comitato sono inesatte», spiega Scutti, «la Sasi aveva accumulato negli anni una quantità insostenibile di morosità, circa 15 mila utenti, un problema da risolvere per scongiurare il rischio di perdere la gestione dell’acqua per la situazione debitoria. Per privacy non possiamo spiegare la natura dei crediti da esigere (che ammontano a 10 milioni di euro, ndc) ma gli avvocati incaricati sono collaborativi».

E qui c’è l’altro problema sollevato dal Comitato: perché sono stati chiamati avvocati esterni anziché affidare la riscossione agli uffici legali della società? Scutti spiega che il gran numero di morosi non poteva essere gestito dagli uffici e che sono stati scelti avvocati che «hanno accettato tariffe minime per occuparsi in modo meno impersonale dei singoli distacchi e stabilire, di caso in caso, la rateizzazione più sostenibile per l’utenza». (t.d.r.)

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