Tagli in ospedale, Di Primio attacca Chiodi

Il sindaco: si soffoca la cardiochirurgia di Chieti per agevolare quella di Teramo
CHIETI. Posti dimezzati nell'area cardiovascolare del policlinico, è quanto prevede il piano sanitario regionale 2010. Il sindaco Umberto Di Primio senza mezzi termini, nel sottolineare che ai tagli nell'ospedale di Chieti, corrisponde un raddoppio dei posti in quello di Teramo, dice, in una lettera indirizzata al governatore Gianni Chiodi, che «è legittimo pensare che non volendo prevedere due cardiochirurgie in Abruzzo, si stia tentando di soffocarne una per agevolare l'altra».
Il primo cittadino, che chiede la modifica del piano, nell'incipit della missiva entra subito in polemica con la Regione, evidenziando di essersi procurato il piano grazie a un amico, in quanto l'ente abruzzese «non ha ritenuto inviarlo ufficialmente ai sindaci».
I posti letti passano da 60 a 24. Più di un dimezzamento. Drastica riduzione, dice Di Primio, «che non permetterà la piena funzionalità del Dipartimento cardiovascolare e soprattutto impedirà l'apertura della nuova palazzina ad essa dedicata e costata fino a oggi milioni di euro agli abruzzesi».
Il sindaco prevede scenari foschi per il futuro: non si potrà dare risposta alla crescente richiesta di prestazioni cardiochirurgiche e di chirurgia vascolare, che sono in continuo aumento per l'alta professionalità dimostrata nel corso degli anni; non si potrà dare risposta alle emergenze cardiologiche, quando la Terapia intensiva è centro di riferimento per la provincia; non si permetterà la crescita della cardiologia interventistica, indispensabile per mantenere sia un basso livello di mortalità per eventi coronarici che per studiare un adeguato numero di malati candidati alla cardiochirurgia cardiovascolare; sarà abbandonato totalmente il progetto «trapianto di cuore» che ha già subito rallentamenti legati all'attuale drastica riduzione di posti letto di terapia intensiva postcardiochirurgica.
Peraltro, continua Di Primio, le ipotesi fatte dalla Regione non possono essere giustificate con la gestione virtuosa della Asl teramana.
Il primo cittadino sottolinea, dati alla mano, che la Asl di Teramo, rispetto alle altre Asl abruzzesi, ha la più alta percentuale di mobilità passiva (i teramani vanno altrove), sia per i ricoveri ordinari che per quelli in day hospital. Di Primio aggiunge che invece relativamente alla cardiochirurgia del policlinico, le mortalità per bypass coronarico a Chieti è inferiore all'1 per cento, rispetto al 2,6 per cento della media nazionale. (k.g.)
Il primo cittadino, che chiede la modifica del piano, nell'incipit della missiva entra subito in polemica con la Regione, evidenziando di essersi procurato il piano grazie a un amico, in quanto l'ente abruzzese «non ha ritenuto inviarlo ufficialmente ai sindaci».
I posti letti passano da 60 a 24. Più di un dimezzamento. Drastica riduzione, dice Di Primio, «che non permetterà la piena funzionalità del Dipartimento cardiovascolare e soprattutto impedirà l'apertura della nuova palazzina ad essa dedicata e costata fino a oggi milioni di euro agli abruzzesi».
Il sindaco prevede scenari foschi per il futuro: non si potrà dare risposta alla crescente richiesta di prestazioni cardiochirurgiche e di chirurgia vascolare, che sono in continuo aumento per l'alta professionalità dimostrata nel corso degli anni; non si potrà dare risposta alle emergenze cardiologiche, quando la Terapia intensiva è centro di riferimento per la provincia; non si permetterà la crescita della cardiologia interventistica, indispensabile per mantenere sia un basso livello di mortalità per eventi coronarici che per studiare un adeguato numero di malati candidati alla cardiochirurgia cardiovascolare; sarà abbandonato totalmente il progetto «trapianto di cuore» che ha già subito rallentamenti legati all'attuale drastica riduzione di posti letto di terapia intensiva postcardiochirurgica.
Peraltro, continua Di Primio, le ipotesi fatte dalla Regione non possono essere giustificate con la gestione virtuosa della Asl teramana.
Il primo cittadino sottolinea, dati alla mano, che la Asl di Teramo, rispetto alle altre Asl abruzzesi, ha la più alta percentuale di mobilità passiva (i teramani vanno altrove), sia per i ricoveri ordinari che per quelli in day hospital. Di Primio aggiunge che invece relativamente alla cardiochirurgia del policlinico, le mortalità per bypass coronarico a Chieti è inferiore all'1 per cento, rispetto al 2,6 per cento della media nazionale. (k.g.)
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