<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="width: 95%;"> <tbody> <tr> <td class="occhiello">Lo scalo fantasma: domenica la manifestazione Idv, su Facebook una catena con 3mila contatti</td> </tr> <tr> <td></td> </tr> <tr> <td class="titolo"></td> </tr> </tbody> </table>
Treni caos, stazione deserta
Due soli arrivi e con 22 ore di ritardo: sale la rivolta
VASTO. Due soli convogli a disposizione, 22 ore di viaggio per tornare a casa e biglietteria a mezzo servizio nello scalo: è tripla la beffa per i vastesi che hanno viaggiato in treno nelle ultime 24 ore. «Un insulto per questo comprensorio», è l’opinione di Gianni Mariotti (Sinistra e libertà) che organizza su Facebook la protesta contro Trenitalia. Intanto domenica scende in piazza l’Idv.
Una rete di proteste con oltre 3mila contatti. Il comprensorio non ci sta e si ribella. Alla mancanza di treni (nonostante le festività Trenitalia ha previsto solo due treni provenienti da Milano) si sono aggiunti i ritardi sfiancanti a causa del maltempo al Nord. Centinaia di studenti partiti mercoledì notte da Milano, anzichè arrivare a Vasto alle 5,45, sono scesi dall’Intercity 785 alle 15,18. Un viaggio di 22 ore con un accumulo di 570 minuti di ritardo: quasi dieci ore.
«Fortuna che sono riuscita a parlare con mio figlio al cellulare, l’ho sentito molto provato, come del resto gli altri viaggiatori», dice Anna Marchesani, la mamma di una matricola iscritta alla Bocconi. Disagi e disservizi hanno alimentato il malcontento che da settimane covava sotto la cenere rendendo la tensione nello scalo vastese palpabile e il clima surriscaldato. E non solo per l’improvviso e repentino rialzo delle temperature.
«Al continuo aumento del biglietto, paradossalmente corrisponde una progressiva riduzione dei servizi, a cominciare dalla biglietteria che funziona solo al mattino», rimarca seccato Antonio Del Borrello, un professionista vastese costretto per motivi di lavoro a frequenti viaggi. Il disagio è sempre più diffuso al punto da convincere il centrosinistra a salire sulle barricate. «Non occorre essere molto perspicaci per accorgersi che il Vastese per il governo conta ben poco. Possibile che chi è deputato a rappresentarci non riesca a far valere i sacrosanti diritti della popolazione locale?», tuona Eliana Menna, consigliere provinciale dell’Italia dei Valori. Il partito sta organizzando la manifestazione di domenica. «Al grido di “Salviamo la stazione”, tutto il Vastese si riunirà alle 9,30 nel piazzale della stazione in contrada San Tommaso», ricorda il consigliere regionale Paolo Palomba.
Ed è solo l’inizio della ribellione. Sono già 3mila gli utenti pronti a raggiungere Roma per rivendicare al ministero dei Traporti e a Trenitalia il diritto a ricevere gli stessi servizi offerti a chi resiede sulla litoranea tirrenica. «Proprio gli stessi diritti è un’utopia, che almeno ci vengano forniti i servizi essenziali», rimarca con sarcasmo il consigliere provinciale Gianni Mariotti deciso a coinvolgere nella protesta i sindaci del comprensorio.
Una rete di proteste con oltre 3mila contatti. Il comprensorio non ci sta e si ribella. Alla mancanza di treni (nonostante le festività Trenitalia ha previsto solo due treni provenienti da Milano) si sono aggiunti i ritardi sfiancanti a causa del maltempo al Nord. Centinaia di studenti partiti mercoledì notte da Milano, anzichè arrivare a Vasto alle 5,45, sono scesi dall’Intercity 785 alle 15,18. Un viaggio di 22 ore con un accumulo di 570 minuti di ritardo: quasi dieci ore.
«Fortuna che sono riuscita a parlare con mio figlio al cellulare, l’ho sentito molto provato, come del resto gli altri viaggiatori», dice Anna Marchesani, la mamma di una matricola iscritta alla Bocconi. Disagi e disservizi hanno alimentato il malcontento che da settimane covava sotto la cenere rendendo la tensione nello scalo vastese palpabile e il clima surriscaldato. E non solo per l’improvviso e repentino rialzo delle temperature.
«Al continuo aumento del biglietto, paradossalmente corrisponde una progressiva riduzione dei servizi, a cominciare dalla biglietteria che funziona solo al mattino», rimarca seccato Antonio Del Borrello, un professionista vastese costretto per motivi di lavoro a frequenti viaggi. Il disagio è sempre più diffuso al punto da convincere il centrosinistra a salire sulle barricate. «Non occorre essere molto perspicaci per accorgersi che il Vastese per il governo conta ben poco. Possibile che chi è deputato a rappresentarci non riesca a far valere i sacrosanti diritti della popolazione locale?», tuona Eliana Menna, consigliere provinciale dell’Italia dei Valori. Il partito sta organizzando la manifestazione di domenica. «Al grido di “Salviamo la stazione”, tutto il Vastese si riunirà alle 9,30 nel piazzale della stazione in contrada San Tommaso», ricorda il consigliere regionale Paolo Palomba.
Ed è solo l’inizio della ribellione. Sono già 3mila gli utenti pronti a raggiungere Roma per rivendicare al ministero dei Traporti e a Trenitalia il diritto a ricevere gli stessi servizi offerti a chi resiede sulla litoranea tirrenica. «Proprio gli stessi diritti è un’utopia, che almeno ci vengano forniti i servizi essenziali», rimarca con sarcasmo il consigliere provinciale Gianni Mariotti deciso a coinvolgere nella protesta i sindaci del comprensorio.