Massimiliano Galletti, 59 anni, messo comunale a San Benedetto del Tronto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Ucciso in Ucraina da una granata: lutto anche a Chieti per un soccorritore 

Massimiliano Galletti, 59 anni, era un cinofilo iscritto all’Associazione nazionale carabinieri: è il primo italiano morto sul fronte ucraino. La moglie: "Informata solo dopo che è stato in coma per 30 giorni"

CHIETI. Ucciso in Ucraina dalle schegge di una granata lanciata da un Rpg anti carro. È la tragica fine (confermata dall'autopsia)  di Massimiliano Galletti, 59 anni, cinofilo del Nucleo di protezione civile della sezione di Chieti dell’Associazione nazionale carabinieri (Anc).

Massimiliano Galletti (il quarto da sinistra) insieme al suo cane e ai volontari di Chieti lungo corso Marrucino

Era rimasto in coma per un mese prima del decesso avvenuto ieri. E' il primo italiano a perdere la vita sul fronte ucraino. Massimiliano viveva a San Benedetto del Tronto (Ascoli) dove lavorava come messo comunale, ed era molto attivo nel mondo del volontariato.

Lo scorso 3 ottobre, in base a quanto riferito ai parenti dall’ambasciata italiana a Kiev, era rimasto gravemente ferito  mentre svolgeva servizio di assistenza, in una località non distante dalla capitale ucraina. Galletti non era un foreign fighter, un combattente straniero, ma si occupava di soccorrere i soldati.
Operava quindi nelle retrovie: essendo un conduttore e addestratore di unità cinofile, questa sua preparazione era risultata particolarmente adatta per ricercare e aiutare i feriti nel corso dei combattimenti.

Ora si aspetta che il ministero della difesa di Kiev conceda il nulla osta per il rientro in a San Benedetto della salma via terra, passando per la Polonia, grazie a un'organizzazione internazionale di pompe funebri.

«Mio marito», ha detto la moglie Donatella Scarponi, «non era certo un combattente, non avrebbe saputo imbracciare un fucile. Ha donato tutto agli altri fino a perdere la vita. Sono stato in commissariato, a San Benedetto del Tronto, e mi hanno confermato che è morto a seguito delle ferite riportate in una deflagrazione in zona di guerra. Se è vero che è deceduto dopo quasi 30 giorni di coma all’ospedale di Kiev, perché non me l’hanno comunicato prima? Mi sembra tutto molto nebuloso».
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