Un cadavere sulla sponda del fiume
Il ritrovamento durante un controllo delle guardie venatorie. La Procura dispone l’autopsia: lunedì l’esame al San Pio
VASTO. La schiena e parte della testa a pelo d’acqua. Il cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione è stato trovato ieri pomeriggio, qualche minuto dopo le 17, da una pattuglia delle guardie venatorie dell’associazione Arcipesca Fisa di Lentella, nel fiume Sinello. La scoperta è avvenuta nel corso di una perlustrazione. Il corpo galleggiava sulla sponda destra del Sinello. Davanti all’orrore di quel corpo ridotto ormai a uno scheletro, le giovani guardie venatorie si sono spaventate. «Il caposquadra, Carlo D’Amore, ha avvisato immediatamente i carabinieri», racconta il presidente legale dell’Arci Fisa, Giuseppe Zappetti. Pochi minuti dopo sul posto è stato creato un cordone di militari a protezione dei poveri resti fino all’arrivo del magistrato, il sostituto procuratore del tribunale di Vasto, Enrica Medori. Quest’ultima, sentito il parere del medico legale della Asl provinciale, al termine dell’ispezione cadaverica, ha autorizzato il trasferimento del cadavere nell’obitorio dell’ospedale San Pio di Vasto. Sembra da escludere che possa trattarsi del corpo di Nicola Battista, il pensionato di Furci scomparso il 25 settembre 2011. Il mistero sul come e perché quel corpo sia finito nel fiume forse sarà chiarito lunedì dall’esame autoptico ordinato dalla Procura.
Il ritrovamento. «È stato terribile. Quello che affiorava a pelo d’acqua sembrava un cumulo di rami. Mai avremmo immaginato di trovarci davanti ad uno scheletro». La pattuglia dell’Arci Fisa di Lentella che faceva ispezioni contro la pesca di frodo delle anguille stava ispezionando la sponda occidentale del Sinello quando ha fatto la scoperta. Il corpo dell’uomo era vicino a un’ansa, a ridosso di una strada senza uscita. Solo piccoli brandelli di tessuto riuscivano a coprire le ossa. «Trovarsi davanti ad un cadavere è stato terribile», afferma Giusppe Zappetti. Superato un primo comprensibile momento di sgomento, il caposquadra Carlo D'Amore ha chiamato immediatamente i carabinieri. Sul posto è arrivato il maggiore Giancarlo Vitiello, poi il sostituto Medori e due medici legali.
Il giallo. L’oscurità non è stata di grande aiuto agli investigatori. Lo scheletro, alto approssimativamente 1 metro e 75 centimetr,i appartiene ad un uomo non molto anziano. Non sembra avere lesioni particolarmente gravi. La dottoressa Medori al termine di una prima ispezione cadaverica ha ordinato il trasferimento dei resti umani all’obitorio dell'ospedale. Lunedì mattina l’anatomopatologo Pietro Falco eseguirà un accurato esame. Si spera che i frammenti di tessuto aiutino gli investigatori a dare un nome a quel corpo.
Paola Calvano
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