Violenza di gruppo: condannati a cinque anni
Per i due giovani imputati decisivo l’esame del Dna, il pm aveva chiesto la metà
LANCIANO. Lasciano il tribunale con un sorriso, griffe sulle magliette in bell’evidenza e telefonini di ultima generazione fra le mani. Il giudice Massimo Canosa ha appena pronunciato la sentenza, dopo quasi un’ora di camera di consiglio: cinque anni di reclusione a entrambi i maggiorenni accusati di avere violentato una studentessa di 15 anni nel tunnel all’esterno dell’ex discoteca Cocoon.
La giovane non era in aula. Solo il padre ha seguito il processo, celebrato a porte chiuse e con il rito abbreviato (prevede lo sconto di un terzo della pena). Il genitore, in silenzio, ha ascoltato quanto ricostruito dall’inchiesta. I parenti dei due presunti stupratori, invece, si sono lasciati andare a mormorii di disapprovazione al momento della lettura della sentenza. La vicenda giudiziaria di una vicenda che due anni fa scosse la sonnolenta Lanciano, pochi giorni dopo lo stupro di gruppo nell’ippodromo, ha riservato colpi di scena. I difensori dei due, gli avvocati Gaetano Pedullà e Roberto Serafini, hanno chiesto la piena assoluzione. Fino all’ultimo, gli imputati, accusati di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali, hanno respinto con forza le accuse: «Il rapporto c’è stato ma la ragazzina era consenziente».
Il pm Tullio Moffa ha chiesto la condanna a due anni e dieci mesi. Probabilmente, sono state diverse le valutazioni del Gup Canosa. I due maggiorenni, che oggi hanno 20 e 21 anni, dovranno pagare anche una provvisionale di 7mila euro a testa quale iniziale risarcimento. Escluse le aggravanti contestate inizialmente: sevizie e minorata difesa. Non sono servite le immagini della telecamera a circuito chiuso della discoteca ma decisive si sono rivelati gli esami del Dna sulle tracce trovate nel tunnel dai carabinieri del Ris.
Lo stupro, secondo le accuse, si verificò nel sottopassaggio in via Per Treglio, all’esterno del locale da ballo, nella notte fra il 30 dicembre e il primo novembre 2005. La studentessa di Guardiagrele, che partecipava a una festa scolastica, fu avvicinata dai due e da un altro minorenne, portata nel tunnel e lì violentata per circa mezz’ora. Il giorno dopo la ragazzina si confidò con un’amica, iniziarono le indagini dei carabinieri e il 18 dicembre scattarono i tre arresti.
La giovane non era in aula. Solo il padre ha seguito il processo, celebrato a porte chiuse e con il rito abbreviato (prevede lo sconto di un terzo della pena). Il genitore, in silenzio, ha ascoltato quanto ricostruito dall’inchiesta. I parenti dei due presunti stupratori, invece, si sono lasciati andare a mormorii di disapprovazione al momento della lettura della sentenza. La vicenda giudiziaria di una vicenda che due anni fa scosse la sonnolenta Lanciano, pochi giorni dopo lo stupro di gruppo nell’ippodromo, ha riservato colpi di scena. I difensori dei due, gli avvocati Gaetano Pedullà e Roberto Serafini, hanno chiesto la piena assoluzione. Fino all’ultimo, gli imputati, accusati di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali, hanno respinto con forza le accuse: «Il rapporto c’è stato ma la ragazzina era consenziente».
Il pm Tullio Moffa ha chiesto la condanna a due anni e dieci mesi. Probabilmente, sono state diverse le valutazioni del Gup Canosa. I due maggiorenni, che oggi hanno 20 e 21 anni, dovranno pagare anche una provvisionale di 7mila euro a testa quale iniziale risarcimento. Escluse le aggravanti contestate inizialmente: sevizie e minorata difesa. Non sono servite le immagini della telecamera a circuito chiuso della discoteca ma decisive si sono rivelati gli esami del Dna sulle tracce trovate nel tunnel dai carabinieri del Ris.
Lo stupro, secondo le accuse, si verificò nel sottopassaggio in via Per Treglio, all’esterno del locale da ballo, nella notte fra il 30 dicembre e il primo novembre 2005. La studentessa di Guardiagrele, che partecipava a una festa scolastica, fu avvicinata dai due e da un altro minorenne, portata nel tunnel e lì violentata per circa mezz’ora. Il giorno dopo la ragazzina si confidò con un’amica, iniziarono le indagini dei carabinieri e il 18 dicembre scattarono i tre arresti.