Vittorio Rulli: «Voglio giustizia per mio fratello, l’hanno trattato peggio di un animale»
Lo sfogo per Osvaldo: «Fa ancora più rabbia scoprire che, mentre lui aspettava di sostenere l’esame medico, i dottori sono andati a un convegno»
CHIETI. «Voglio giustizia. L’hanno trattato peggio di un animale». Vittorio è il fratello di Osvaldo Antonio Rulli, l’ortonese di 67 anni morto all’ospedale Santissima Annunziata di Chieti, la sera del 28 novembre 2023, a causa di un esame negato da due medici che avrebbero chiuso addirittura il reparto di Emodinamica per andare a un convegno all’hotel Parco Paglia.
Almeno è questa la conclusione alla quale è il giunto il sostituto procuratore Giancarlo Ciani, che ha indagato – con le accuse di omicidio colposo aggravato, rifiuto di atti d’ufficio e interruzione di pubblico servizio – un 49enne, originario di Guardiagrele e residente a Chieti, nel frattempo nominato primario della Cardiologia del San Salvatore dell’Aquila, e una 38enne, nativa di Castel di Sangro e residente a Pescara. Il pubblico ministero si è avvalso anche della consulenza del professor Cristian D’Ovidio, docente di medicina legale dell’università d’Annunzio.
Per ora, Vittorio Rulli preferisce non scendere nei dettagli della vicenda, considerando che le responsabilità vanno ancora accertate e che gli indagati avranno modo di respingere le pesantissime accuse presentando memorie, producendo documenti o chiedendo di essere interrogati. Insomma: la vicenda, a livello giudiziario, è ancora tutta aperta e non ci sono punti fermi. Ma, da quel giorno, Vittorio non trova pace. «Adesso scoprire che i due medici sono andati persino a un convegno fa ancora più rabbia. L’hanno trattato peggio di un animale, speriamo che ci sarà giustizia», conclude l’uomo.
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