Voto di scambio, assolti Prospero e Soria
Accuse per multe annullate e promesse di licenze e posti di lavoro in cambio di preferenze. Il giudice: il fatto non sussiste
VASTO. Assolti perché il fatto non sussiste dopo un’odissea giudiziaria durata otto anni. Per il consigliere regionale Antonio Prospero e l’ex assessore della polizia municipale di Vasto e attuale amministratore dell'Arpa, Nicola Soria accusati di concussione e peculato ieri mattina è finito un incubo.
«Sono grato al mio legale, l’avvocato Arnaldo Tascione che insieme al difensore di Prospero, l’avvocato Giovanni Cerella, è riuscito a smontare il castello accusatorio alzato contro di noi», è stato il commento a caldo di Nicola Soria. «Questa vicenda, frutto di un grosso equivoco, mi ha provocato tantissimi danni. È finita bene ma difficilmente riuscirò a dimenticare questa esperienza».
I guai per Prospero e Soria cominciarono nel 2005. Secondo la Procura i due politici intercettati in maniera fortuita nel corso di altre indagini, avrebbero annullato multe, concesso autorizzazioni di suolo pubblico, licenze commerciali e promesso posti di lavoro in cambio di voti. Accuse che gli avvocati Tascione e Cerella hanno sempre definito insussistenti.
In origine insieme ai due amministratori pubblici furono rinviate a giudizio altre 9 persone: politici, dirigenti, dipendenti comunali e qualche cittadino. Per loro fu dichiarato il non luogo a procedere. Per l’ex assessore regionale della giunta di Giovanni Pace e l’ex assessore comunale alla polizia municipale (entrambi all’epoca esponenti dell’Udc) il fascicolo è andato avanti.
Secondo l’accusa i due, otto anni fa, fecero pressioni su alcuni elettori promettendo favori in cambio del voto. Alcune dichiarazioni degli accusati captate durante le intercettazioni telefoniche disposte per fare luce su un fatto di cronaca misero nei guai i due politici.
Sia Prospero che Soria hanno sempre parlato di equivoco, rigettando con determinazione le contestazioni. I legali sono andati oltre sostenendo che dalle intercettazioni non emerse mai alcuna violazione della legge elettorale.
Ieri mattina in avvio di udienza il colpo di scena: è stata la stessa pubblica accusa rappresentata dal Pm Giancarlo Ciani a chiedere l’assoluzione dal reato di concussione perché non sussistevano elementi di colpa. Per il peculato è stata chiesta la derubricazione. A quel punto i giudici si sono ritirati emettendo dopo pochi minuti la sentenza assolutoria.
«Il tempo è galantuomo», ha detto Soria abbracciando l’avvocato Tascione. «Le lunghe indagini hanno permesso ai giudici di scoprire che sia io che Prospero non abbiamo mai agito nell’illegalità».
Paola Calvano
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