IL FESTIVAL
A Sanremo trionfa il rock dei Maneskin, l'Abruzzo sul podio con Melozzi / VIDEO
La band supera il duo Michelin-Fedez ed Ermal Meta, il direttore d'orchestra di Teramo l'ha accompagnata al successo. Fiorello e Amadeus mattatori, Ibrahimovic la sorpresa. GUARDA GLI ALTRI PREMI
SANREMO. E' un Sanremo rock. La band dei Maneskin con il brano Zitti e buoni trionfa nella 71esima edizione del Festival. Il gruppo lanciato da X Factor ha battuto in finale la coppia Francesca Michielin e Fedez (che a X Factor faceva da giudice quando concorrevano i Maneskin), secondi con Chiamami per nome, ed Ermal Meta, super favorito della vigilia perché aveva sempre guidato la classifica delle puntate precedenti, terzo con Un milione di cose da dirti. ll verdetto, in qualche modo storico perché premia un genere che ha frequentato poco l'Ariston, è anche frutto di un cast innovativo selezionato da Amadeus per il suo secondo festival. Con i Maneskin sale sul palco del Festival anche un po' d'Abruzzo perché la band è stata sempre accompagnata dal direttore d'orchestra teramano Enrico Melozzi.
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GLI ALTRI PREMI. Willie Peyote con il brano Mai dire mai (La locura) si aggiudica il Premio della Critica Mia Martini - Sezioni Campioni, attribuito dalla Sala Stampa. Willie Peyote ha ottenuto 21 voti, su 64 testate chiamate a esprimersi. Secondi Colapesce Dimartino con 13 preferenze, terzi Extraliscio feat. Davide Toffolo con 6.
Colapesce Dimartino con Musica Leggerissima conquistano il Premio Lucio Dalla, assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web, con 21 preferenze su 98 votanti. Secondo Ermal Meta con 12 voti, terza Annalisa con 8.
La giuria degli adolescenti del Festival di Sanremo, organizzata per il terzo anno consecutivo da Radioimmaginaria, assegna il primo posto alla band romana dei Maneskin e alla loro «Zitti e buoni« con il 33%. Al secondo posto il duo siciliano Colapesce e Dimartino che raccoglie il 12% dei consensi e sul gradino più basso del podio un’altra coppia, quella composta da Francesca Michielin e Fedez (11%).
LO SHOW. E' stato il Festival al tempo del Covid, il Festival senza pubblico, ma con contati social record. Mattatori assoluti Amadeus e Fiorello. E proprio lo showman si è iersi sera presentato con un giubbotto di pelle rossa con le frange, e reso omaggio a Little Tony. Poi ha scherzato con Amadeus che ha escluso l'ipotesi di un festival ter («Ti capisco, perché è impegnativo, hai un'età, ma se non lo fai tu finalmente sto in pace») e lanciato l'anatema sul futuro: «In bocca al lupo a quelli che verranno l'anno prossimo a fare il festival: vi auguro questa platea piena, la galleria piena, il pubblico in mezzo all'orchestra, milioni persone fuori dell'Ariston, ospiti internazionali, ma vi deve andare malissimo, ve lo auguro con tutto il cuore».
Umberto Tozzi è stato il superospite della finale. Ha cantato un medley dei suoi successi e annunciato che tornerà live con uno speciale concerto acustico sabato 10 aprile dallo Sporting Monte Carlo, in diretta streaming. Prima di lui è stata la volta di Ornella Vanoni, e della gionalista Rai Giovanna Botteri che ha citato "L'anno che verrà" di Dalla, e poi accennato alla sua esperienza da corrispondente in Cina, quando un anno fa il Paese scoprì di essere in guerra contro il virus.
Il calciatore Zlatan Ibrahimovic che ha accompagnato tutte le puntate del festival, ha definito la sua squadra: «In attacco Zlatan e Ibrahimovic, a centrocampo Fiorello perché serve il fantasista, in difesa l'orchestra perché ha difeso con i denti la forza della musica, Ama tu come portiere e come stopper Achille Lauro perché così allo stadio hanno paura. Lauro mi è simpatico, volevo fare lo scambio di maglia, ma non si può, perché è sempre nudo». Il bomber del Milan ha ripercorso la sua carriera stellare, tra successi e sconfitte, e spiegato il senso della sua presenza: «Il fallimento non è il contrario del successo, è una parte del successo. Fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare. La cosa più importante è fare ogni giorno la differenza, con impegno, dedizione, costanza, concentrazione. Non è il mio festival, né quello di Amadeus, ma è il vostro, dell'Italia intera, la mia seconda casa».
Sipario su Achille Lauro che per il quadro finale ha scelto la sua C'est la vie, con un omaggio all'orchestra, e stavolta ha invocato la benedizione di Dio «su tutti noi, esseri umani» .