CINEMA
Arriva “Carne et Ossa”, sudore, passione e sangue della Corsa degli Zingari
Il documentario di Zazzara apre oggi il 41° Sulmona Film Festival. Il bianco e nero tinge di spiritualità il lavoro di stampo antropologico
SULMONA. Carne viva, unghie spaccate. Una corsa crudele a piedi scalzi, un martirio, un rito iniziatico, un atto di devozione, una tradizione secolare, una sfida a se stessi prima che agli altri e alla natura. C’è questo e molto altro nell’antichissima Corsa degli Zingari a Pacentro, e lo racconta molto bene il regista pescarese Roberto Zazzara nel suo bellissimo documentario “Carne et Ossa”, che oggi apre il 41° Sulmona Film Festival (cinema Pacifico, ore 21).
Alla proiezione è prevista la presenza di Zazzara e del coautore del soggetto Cristiano Di Felice, produttore con Veronica Naccarella per Ifa Scuola di cinema e progetto Ifa Glocal Film, in associazione con Sulmonacinema, Associazione Corsa degli Zingari, Regione Abruzzo e Comune di Pacentro hanno contribuito alla realizzazione di “Carne et Ossa” (56’), presentato in anteprima a Pescara al 50° Flaiano Film Festival, fresco vincitore in Olanda del Royal Best Newcomer al Dutch Mountain Film Festival, che si aggiunge al riconoscimento avuto in estate al 26° Cervino CineMountain, Miglior film sezione Montagne italiane, al Ligela Esordi d'autore del Lamezia Film Festival, al Premio della Giuria all'Alpin Film Festival in Romania.
“Carne et Ossa”, il cui titolo è svelato nelle inquadrature finali dentro l’eremo di San Germano, racconta un rito secolare mai narrato finora dal cinema, la Corsa degli Zingari, che si svolge ogni estate da oltre 500 anni a Pacentro, coinvolgendo uomini di tutte le età. Persone che si raccontano con fiducia e spontaneità davanti alla macchina da presa, mostrando anche fragilità. Tra le testimonianze quella di Loreta, che nel 1989, come si vede in un vecchio vhs, fu la prima donna partecipante alla tremenda prova, completata in mezzo al tifo del paese. La Corsa è un fatto corale, riunisce la comunità intorno ai coraggiosi che si lanciano a piedi nudi giù per un dirupo boscoso, correndo su sassi, foglie, terra, rovi, fino a un ruscello per risalire l’altrettanto difficile china opposta, un fazzoletto stretto tra i denti a scacciare dolore e fatica.
L’arrivo nella chiesa della Madonna di Loreto è drammatico, coi concorrenti sfiniti e feriti che si accasciano ai piedi dell’altare, sofferenti e sanguinanti agnelli di Dio, subito medicati: è anche il momento più toccante del film, una sequenza di indicibile pathos, quasi insostenibile, tra le urla di dolore dei concorrenti e quelle della folla. Poi gloria per tutti, non solo per il vincitore, portati in spalla in processione. Hanno corso come in trance, vincendo sofferenza e fatica bestiale, senza risparmiarsi spintoni. Alcune riprese in soggettiva, che appiattiscono la pendenza (un po’ come per lo sci con la GoPro), non rendono l’idea dello sforzo e del pericolo. Sono le sole immagini a colori insieme a quelle di repertorio, l’oggi è rappresento invece da Zazzara, che cura pure la fotografia, con un espressivo bianco e nero che tinge di spiritualità il documento antropologico, al pari delle musiche di Umberto Smerilli. C’è chi partecipa per storia familiare, chi per la forza del rito ancestrale, chi per devozione mariana, chi spinto da un padre che a sua volta ha corso più volte, comunque è «un atto di fiducia estrema partecipare», sottolinea uno dei concorrenti, quasi un salto della fede.
Montaggio Maria Fantastica Valmori, suono in presa diretta Francesco Mazzantini. Testimonianze: Loreta Ultimo, Carmine Cercone, Amelia Fossati, Franco Rotolo, Augusto Di Cesare, Davide Cappella, Simone Di Loreto, Massimo Saccoccia, Carmine Garofalo, Massimo Angelilli, Bruno Cavallaro, Leonardo Ultimo, Guido De Angelis, Guglielmo Rotolo, Giovanni Avolio, Massimo Giardini, Michele Del Forno.