Pescara

Da Radio Deejay al cinema, decolla il teatino Passarelli: «Ragazzi, dovete crederci»

23 Gennaio 2025

Dalle collaborazioni a Radio Deejay al film “Amici per caso”, fino all’insegnamento al Cet di Mogol. L’intervista a Matteo Passarelli, il giovane talento abruzzese che con la musica sta conquistando radio, cinema e teatro.

CHIETI. Una passione travolgente per la musica che nasce con l’organo della sua parrocchia a Chieti, quella di San Francesco Caracciolo al Tricalle. Poi c’è un’esperienza di solo un anno a Giurisprudenza a Teramo prima di dare voce a quel desiderio interiore di esprimersi in note e spartiti con l’ingresso nel Conservatorio di Pescara. Ora, quella passione si sta tramutando in una carriera di successo in giro per l’Italia, dal cinema al teatro, passando per la radio. Così il produttore teatino Matteo Passarelli riavvolge il nastro delle sue ultime stagioni.

Prima di capire dove l’arte la sta portando, sarebbe buono capire dove tutto sia nato.

«Ho un mio studio, l’Oph3us, a Chieti dove da anni sperimento e studio tantissimo. È il mio modo d’approcciarmi alla musica, il luogo dove sono nate tante belle collaborazioni con songwriters italiani e internazionali. Ma soprattutto mi ricorda sempre da dove sono partito per apprezzare ancora di più il viaggio».

Il viaggio su palcoscenici importanti è iniziato qualche anno fa entrando a Radio Capital. Com’è nata quest’opportunità?

«Insegnavo qualche anno fa in una scuola di musica a Roma dove conobbi un tecnico di Radio Capital. Così sono entrato nel mondo del Gruppo Elemedia, in cui ci sono anche Radio Deejay e One Podcast per cui ho collaborato con il giornalista Marco Maisano per il suo podcast “American Dream, la vera storia di Raffaello Folieri”. L’ambiente milanese è ricco di stimoli e opportunità, come quella di confrontarsi con talent di livello: ad esempio Gianluca Gazzoli. Per lui ho prodotto la sigla di “Passa dal BSMN”, a lungo prima in classifica tra i podcast italiani più ascoltati. Poi ho conosciuto Linus, un professionista fantastico che mi ha affidato da settembre il riassetto di tutta la linea musicale di Deejay Tv (canale 69 del digitale terrestre) per le sigle del tg e di programmi».

Ma il vero lavoro per il quale è stato anche acclamato dalla critica riguarda il progetto cinematografico “Amici per caso” del regista Max Nardini.

«In un periodo storico critico a livello culturale, nel quale professionisti cresciuti nel conservatorio devono fare i conti con il prodotto musicale che va per la maggiore, ovvero canzoni brevi e spendibili sui social per trend giovanili, con entusiasmo ho conosciuto il regista Max Nardini con cui ho realizzato il sogno della mia vita: creare la colonna sonora per un film. Si tratta appunto di “Amici per caso”, una commedia uscita nelle sale lo scorso luglio e finita nella top five di Paramount Channel. Il disco tratto dal film è stato distribuito da Warner Music Italy. Ma in anteprima posso darti una notizia...».

Ovvero?

«Questa pellicola mi ha aperto la strada per un nuovo progetto importante che uscirà prossimamente. Non posso svelare troppo ma si tratterà di un film diverso dal primo, più drammatico e dai toni scuri e riflessivi».

Invece è notizia recente il suo esordio anche nel mondo del teatro, sempre in qualità di produttore, per lo spettacolo “Avanguardia pura”.

«Dal mondo della radio a Milano ho conosciuto la Show Reel Factory, un’azienda di talent manager che cura artisti di spessore come lo chef Barbieri o altri del mondo dell’intrattenimento. Tra questi c’è la content creator Camilhawke che, insieme a Guglielmo Scilla (in arte Willwoosh), stanno spopolando a teatro con uno spettacolo già sold out in varie sedi, per il quale ho partecipato alla creazione delle musiche. Un traguardo che mi soddisfa molto perché si tratta di due artisti che seguo da anni e che rappresentano il fiore all’occhiello per la mia generazione, avendo portato lo spettacolo in rete, attraverso i social».

Parallelamente a questa professione, lei è anche docente di musica a Cet, il centro di formazione diretto da Mogol. Com’è confrontarsi costantemente con un colosso della musica leggera italiana?

«Al Cet formo allievi di tutta Italia come docente di produzione discografica, una cattedra che condivido con Massimo Satta, direttore del dipartimento, e il fonico Matteo Caretto, che si è formato a Los Angeles. Mogol è una persona fantastica, oltre ad essere un artista eccezionale, per il quale Satta e io stiamo producendo alcuni brani che ha scritto. Insegnare per me è un atto d’amore, perché condividi gratuitamente con tanti giovani allievi il tuo patrimonio fatto di studio ed esperienze».

Tra gli obiettivi di quest’anno, oltre al progetto cinematografico in atto, c’è altro che vuole condividere?

«Per il 2025 volevo tornare “a casa”, alle mie radici culturali ovvero quello dell’orchestra ed ho ricevuto da pochi giorni l’incarico di direttore dell’Orchestra giovanile Amadeus a Pescara. Sarà impegnativo ma bello, lavorando con 25 elementi che dovranno armonizzarsi. Ci tengo a dire una cosa in chiusura. Il senso principale della mia vita artistica è spronare quanti provengono da una realtà piccola come può essere Chieti a coltivare il proprio talento e a lavorare tenacemente per i propri sogni. L’ingrediente segreto è crederci sempre, studiando e coltivando relazioni che possono aprire porte inaspettate. Tutto è un dono e non sai mai quanto ha seminato dove e in che modo possa germogliare».