David di Donatello, vince la Napoli di "Ammore e malavita"
Jasmine Trinca e Renato Carpentieri premiati come migliori attori protagonisti. Una cerimonia nel segno delle donne contro le discriminazioni di genere
ROMA. I migliori attori protagonisti sono Jasmine Trinca per il film "Fortunata" e Renato Carpentieri per "La tenerezza". Il miglior regista è Jonas Carpignano per "A ciambra". Il miglior film è "Ammore e malavita" dei fratelli Marco e Antonio Manetti. Sono questi i verdetti dei David di Donatello, gli Oscar del cinema italiano. E’ stata una cerimonia all’insegna delle donne quella che è andata in scena, ieri sera, agli Studios di via Tiburtina a Roma, trasmessa in diretta televisiva da Rai1 con Carlo Conti a fare il maestro delle cerimonie, con la voce fuori campo del doppiatore pescarese, Roberto Pedicini, ad annunciare i premiati.
La serata si è aperta con un monologo di Paola Cortellesi in difesa delle donne contro le discriminazioni di genere, sulla scia del movimento #metoo, nato negli Stati Uniti, contro le molestie sessuali sui posti di lavoro. A impreziosire la cerimonia di consegna dei premi ci sono state anche due presenze straniere: Steven Spielberg che (si legga l’articolo in basso) ha ricevuto il David speciale alla carriera, e Diane Keaton che, vestita alla maniera del suo personaggio cinematografico più famoso, la Annie del film di Woody Allen del 1976, Io e Annie, ha consegnato il David per la migliore attore protagonista a Renato Carpentieri. La Keaton ha salutato dal palco Allen, di cui si è assunta la difesa pubblica da quando anche il regista newyorkese è finito nel mirino del movimento #metoo per una presunta vicenda di molestie sessuali nei confronti della figlia adottiva, nel 1992.
Un altro David di Donatello speciale è stato assegnato a un’emozionatissima Stefania Sandrelli, che ha ricordato i suoi esordi nel cinema, nel 1961 sul set del film di Pietro Germi, Divorzio all’italiana, al fianco di Marcello Mastroianni.
Gli altri premi principali sono stati questi: attrice non protagonista, Claudia Gerini per il film Ammore e malavita; migliore attore non protagonista, il regista Giuliano Montaldo per Tutto quello che vuoi; migliore direttore della fotografia, Gianfilippo Corticelli per Napoli velata; miglior regista esordiente, Donato Carrisi per La ragazza nella nebbia; migliore colonna sonora, Pivio e Aldo De Scalzi per Ammore e malavita; migliore sceneggiatura originale, Susanna Nicchiarelli per Nico 1988, il film sulla vita della cantante dei Velvet Underground. Sul palco dei David c’erano anche ospiti italiani come Monica Bellucci, che ha consegnato a Spielberg il David alla carriera, Pierfrancesco Favino, Roberto Bolle, Giorgia, Carmen Consoli e Malika Ayane.
Che questa 62esima edizione dei David fosse nel segno del femminile lo si era capito fin da ieri mattina al Quirinale dove sono erano stati presentati al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i candidati delle cinquine. Spesso nei confronti delle donne, ha detto Mattarella, si arriva a «comportamenti che sfociano in pressioni indebite e in violenze, morali e fisiche. Questa distorta concezione nei confronti delle donne, presente in tanti ambiti della società, è insopportabile per persone libere».
«Attrici, registe, operatrici del mondo del cinema hanno con forza denunciato mancanza di parità nei diritti, nelle opportunità, nelle condizioni di lavoro; una inaccettabile pretesa di considerarle in condizione di inferiorità», ha aggiunto il Capo dello Stato, che ha anche definito il cinema «una vetrina e un volano dell'immagine e della qualità italiana», «ragioni ulteriori per considerarlo un bene comune, anzi un tesoro da valorizzare, un bene da promuovere perché attraverso di esso tutto il sistema-Paese può trarne beneficio». All'insegna delle donne anche l'intervento della neo-presidente dei David, Piera Detassis: «Chiediamo alle nostre istituzioni culturali di impegnarsi attivamente affinché entro il 2020 i consigli di amministrazione, le giurie, i selezionatori dei festival, siano equamente rappresentati da uomini e donne e sosteniamo la richiesta di revisione della legislazione su violenza e molestie». Il ministro della cultura, Dario Franceschini, infine, ha tracciato un bilancio di fine legislatura e ha anche lanciato un appello affinché il lavoro svolto finora non sia «disperso»: «Abbiamo fatto quella legge sul cinema attesa da anni e anche i 24 decreti legislativi che danno concretezza alla legge. Bisogna continuare a investire dopo che in questa legislazione la cultura ha trovato la sua centralità, perché ciò che è stato fatto non sia disperso, sarete voi a tutelarlo».
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